I merletti veneziani di Burano e di Pellestrina

Nato dalla leggenda che parla di una storia d’ amore tra una fanciulla veneziana e un marinaio, il merletto veneziano ha rappresentato per oltre quattro secoli un importante aspetto economico e culturale della Laguna di Venezia. Sono però le isole di Burano e di Pellestrina quelle dove la tradizione del merletto di Venezia si è sviluppata e consolidata, lasciando un segno indelebile. Oggi puoi scoprire i segreti di questo prezioso manufatto visitando il Museo del Merletto di Burano con la sua bellissima collezione, e dove potrai anche vedere all’ opera le merlettaie veneziane che si sono tramandate l’ antica arte di generazione in generazione

Se non conosci la Laguna di Venezia devi rimediare molto velocemente, perchè è un luogo unico, non solo per i celebri canali e le centinaia di ponti da scoprire con un giro in gondola, oppure per visitare i bellissimi monumenti e palazzi storici che ospitano musei e gallerie d’ arte famosi in tutto il mondo.

Se decidi di visitare Venezia e la sua laguna, così come d’ altronde gli altri luoghi italiani che vantano una storia secolare, hai anche la possibilità di conoscere un incredibile patrimonio culturale immateriale fatto da tradizioni, consuetudini e antichi mestieri che si tramandano di generazione in generazione.

Li puoi ad esempio scoprire visitando le meravigliose botteghe storiche, alcune delle quali secolari, anche se a causa della globalizzazione, della riduzione della domanda e dei costi sempre più alti, sono sempre meno. Oppure puoi trovare chi te li racconta, anche semplicemente passeggiando per strada.

Io viaggio da anni sù e giù per il mondo, e gli aspetti più interessanti, vivaci e veraci della cultura locale dei posti che ho conosciuto li ho scoperti o approfonditi parlando proprio con gli abitanti, perchè sono loro le fonti informative più autorevoli e disinteressate a promuovere un aspetto del loro territorio piuttosto che un altro.

Non ti deve stupire perchè, come è logico, accade spesso che chi vive in un certo posto ami raccontare le cose belle e peculiari della sua terra, comprese usanze e tradizioni, un pò per orgoglio, un pò per l’ istinto che li porta a cercare di diffonderle il più possibile per fare in modo che non cadano nell’ oblio.

È stato proprio così che ho scoperto l’ antica arte dei merletti veneziani. In realtà avevo già sentito dire che i merletti di Venezia erano famosi, soprattutto quelli realizzati sull’ isola di Burano, ma l’ argomento non aveva mai suscitato in me grande interesse.

Questo forse perchè all’ immagine dei merletti ho sempre associato quelli che faceva mia nonna da mettere sotto i vasi o altri oggetti per proteggere i mobili sui quali li appoggiava. Ma niente di più; i merletti non mi interessavano per nulla, e per questo non mi sono mai informato.

Fino a quando sono ritornato sulla bellissima isola di Pellestrina, tra il Lido e la città di Chioggia, per far visita ad un amico che avevo conosciuto durante un lungo viaggio alla scoperta del Nord dell’ Argentina e che vive proprio qui insieme alla sua famiglia.

Durante la cena del giorno in cui sono arrivato a casa sua, parlando con sua sorella, è uscito casualmente l’ argomento merletti. E mi ha detto che lei, insieme a sua mamma, a sua nonna e all’ altra sua sorella, sono tra le poche sull’ isola di Pellestrina che ancora portano avanti l’ arte del merletto veneziano.

E ha aggiunto con molto orgoglio che nella loro famiglia l’ arte dei merletti si tramanda addirittura dalla sua trisnonna, e che lei lo aveva a sua volta imparata da una vicina di casa quando fare le merlettaie a Pellestrina era un’ attività comune tra le donne di ogni età.

Ma ci ha tenuto anche a sottolineare, con ancora più enfasi per chiaro spirito di campanilismo, che i merletti di Pellestina sono molto pù belli dei merletti di Burano, perchè da loro si fanno a fusello e non utilizzando ago e filo.

Con questi dettagli, ed essendo invaso dall’ intenso coinvolgimento emotivo che traspariva dal suo racconto, ho deciso di accantonare l’ immagine dei merletti polverosi di mia nonna, e di scoprire tutto quello che potevo sui merletti veneziani di Burano e Pellestrina.

Detto in altre parole, la sorella del mio amico mi ha convinto che la storia dei merletti veneziani era più che degna di essere conosciuta e raccontata, ed è per questo che ho deciso di farlo anch’ io con questo articolo.

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Che cos’è il merletto

Forse sto correndo un pò troppo. Ti sto parlando dei merletti di Pellestrina e di Burano ma mi sono reso conto di non averti ancora detto che cos’è un merletto, presupponendo che tu già conosca questo curioso oggetto che avrai intuito essere d’ altri tempi.

Al di là degli specifici merletti veneziani oggetto di questo articolo, il merletto (sinonimo di pizzo e trina) è in generale un oggetto tessile che tradizionalmente è prodotto a mano a partire da un filo e con l’ aiuto di pochi semplici strumenti, tra i quali i più comuni sono l’ ago, i fuselli, l’ uncinetto, le navelle e il modano.

Non devi confondere il merletto con il ricamo, perchè non c’è nessun tessuto al quale si appoggia, ma molti ai quali può essere applicato. A differenza del ricamo, nel merletto il filo lavora su se stesso e da forma alla creazione attraverso una serie di nodi oppure di intrecci.

Si usano i nodi fatti a mano ad esempio per il macramé, i ferri o l’ uncinetto per il chiacchierino, mentre gli intrecci per i merletti a fuselli, come nel merletto veneziano che realizza la sorella del mio amico di Pellestrina.

In realtà il merletto è una evoluzione del ricamo, ma con l’ invenzione tutta veneziana del “punto in aria” questo oggetto acquista a tutti gli effetti una sua materialità.

Molto spesso il merletto segue la naturale creatività dell’ artista, se così vogliamo chiamare chi lo realizza, perchè per farlo di può benissimo improvvisare senza seguire un disegno.

E la cosa stupefacente è che per realizzare un merletto è possibile usare qualsiasi materiale che abbia la consistenza di un filo. I materiali più utilizzati erano il lino, la seta e ovviamente il cotone, ma per i ricami più preziosi si utilizzavano fili d’ argento e addirittura d’ oro.

Ti ho accennato ai merletti che mia nonna usava per non graffiare i mobili sui quali appoggiava vasi e altri oggetti, ma in realtà nella storia i merletti sono stati e sono ancora oggi molto usati, anche come decorazione sui capi di abbigliamento femminili.

E in quest’ ambito i merletti sono da sempre molto amati soprattutto dagli stilisti più importanti che li usano per decorare i capi delle loro collezioni di haute-couture che occupano le passerelle dei più importanti eventi internazionali.

In alcune di queste occasioni mi è addirittura capitato di veder sfilare delle modelle con capi impreziositi da merletti in filo d’ oro o d’ argento. Perchè, come di ho detto, per fare i merletti è possibile usare qualsiasi materiale che possa avere la consistenza e la flessibilità di un filo, e manipolabile come tale.

Facile immaginare che in passato i merletti veneziani erano usati per impreziosire gli abiti indossati dalle nobildonne, e che la loro preziosità e ricercatezza erano uno dei simboli che definiva l’ appartenenza ad uno specifico rango sociale. D’ altronde gli abiti sono stati, e saranno sempre, strumenti di comunicazione sociale.

La lavorazione del merletto ha incominciato ad affascinarmi molto perchè ho capito che è il frutto di un lavoro delicato e intelligente che richiede grande capacità tecnica, sensibilità e creatività.

È per questo che può tranquillamente essere considerato una vera e propria arte, e il risultato un’ opera con la stessa dignità che ha un quadro o una scultura.

Nascita del merletto veneziano tra leggenda e realtà

Proprio come molte altre cose che arrivano dal lontano passato, anche la nascita del merletto veneziano si rifà a una storia popolare tra gli abitanti delle isole della Laguna di Venezia che sa di leggenda.

Si narra che il merletto veneziano sia nato dalle mani di una giovane veneziana innamorata di un marinaio che le ha regalato un’ alga marina come pegno d’ amore.

La ragazza sapeva che l’ alga si sarebbe prima o poi liquefatta, ma voleva a tutti i costi salvare il ricordo di quel simbolo d’ amore, e così decise di riprodurne la forma, la morbidezza e il calore usando ago e filo, due strumenti che sapeva usare molto bene.

Come tutte le favole, anche questa sulla nascita dei merletti veneziani ha un fondo di verità che deve essere ricercata nella relazione tra il mare, le donne veneziane, e il ruolo che queste avevano nelle famiglie.

Erano infatti proprio loro che si occupavano di aggiustare le reti dei loro uomini pescatori usando ago e filo per calibrare con perizia e meticolosità i vuoti e i pieni in modo tale da garantire la cattura di ogni tipo di pesce.

E da quanto appena detto è facile immaginare che sia stato per loro facile e naturale applicare l’ arte dei nodi e dell’ intreccio dei fili anche come passatempo, soprattutto durante gli inverni rigidi o nelle noiose giornate di pioggia, quando sulle isole della Laguna di Venezia non si sapeva come passare il tempo.

In realtà pare certo che uno dei punti iniziali del merletto veneziano (chiamato “seme”) sia di matrice bizantina, come documentano le attente osservazioni degli studiosi di storia dell’ arte.

Questi ne hanno trovata chiara traccia nei decori fitomorfi presenti sul bordo sfrangiato del manto purpureo della Vergine raffigurata nei mosaici veneto-bizantini più antichi risalenti al secolo XII in molte chiese della Laguna di Venezia.

Se presti attenzione li puoi notare anche tu se visiti la Basilica di Santa Maria Assunta a Torcello, ma anche nel Duomo Basilica dei Santi Maria e Donato sull’ isola di Murano dove ti consiglio di andare per visitare il Museo del Vetro, o nella stessa Basilica di San Marco a Venezia.

Sei a Venezia e vuoi visitare Murano, Burano e Tocello?

Prima o dopo Venezia vuoi visitare le suggestive isole di Murano, Burano e Torcello? Hai moltissime possibilità! Ti consiglio l’ escursione privata a Murano per scoprire le tecniche di lavorazione del vetro in compagnia di una guida locale, anche nella versione di visita guidata+vetreria tradizionale! A Murano ti suggerisco di non perderti il celebre Museo del Vetro, che non ha bisogno di presentazioni. Bellissima è anche l’ escursione guidata a Burano, anche famosa per la lavorazione di pizzi e merletti. Ma non è finita qui perchè puoi ottimizzare il tempo e risparmiare con la visita guidata Murano+Burano e il tour privato Murano+Burano+Torcello (o con la visita guidata da Punta Sabbioni), anche nella versione visita guidata di gruppo che può includere il laboratorio di soffiatura del vetro. Questi tour sono ideali se hai visitato Venezia e vuoi conoscere anche gli angoli più suggestivi di queste celebri isole da immortalare in fantastiche foto che puoi condividere sui social per far impazzire di invidia i tuoi followers. Bellissima è anche l’ esperienza combinata Murano+Burano+San Marco+Palazzo Ducale. A Murano potrai goderti una dimostrazione di soffiatura del vetro, mentre a Burano di lavorazione di merletti, e c’è incluso anche un giro in gondola sul canale!

La storia del merletto di Burano e Pellestrina

Da tecnica per riparare le reti e passatempo popolare, nella Laguna di Venezia il merletto diventa già nel secolo XVI il lavoro remunerato di religiose, ma anche di orfane e derelitte ospitate nelle istituzioni di ricovero.

Per queste povere donne la produzione e la vendita dei merletti veneziani era spesso e volentieri l’ unica possibilità per mettere da parte la dote necessaria per sposarsi o per diventare monache.

Nello stesso tempo anche nelle famiglie di pescatori si capisce che il merletto può diventare un’ attività redditizia ad integrazione del reddito famigliare, e così i manufatti iniziano ad essere destinati alla vendita. Le prime che ebbero questa intuizione furono proprio le famiglie di pescatori dell’ isola di Pellestrina.

Passano gli anni e nel secolo XVI il merletto veneziano diventa lo status symbol per eccellenza tra le ricche signore, motivo per il quale la domanda aumenta esponenzialmente, e di conseguenza anche la produzione e gli introiti per i commercianti e per lo Stato sotto forma di tasse.

L’ aumento della produzione porta addirittura allo sfruttamento di intere popolazioni delle isole della Laguna e del litorale, costrette alla produzione dei merletti veneziani con ritmi e modalità di lavoro del tutto simili allo schiavismo.

In questo periodo per le merlettaie veneziane c’ era addirittura il divieto di espatriare, ed erano obbligate a nascondere i modelli dai quali prendevano punto. Stai pensando che questa misura sia stata frutto di un’ ossessione esagerata? Anche se sembra strano era giustificata.

Alcuni documenti dimostrano che il Re di Francia organizzò addirittura il rapimento di alcune merlettaie per far nascere la manifattura dei merletti di Alanson, con l’ obiettivo di arginare l’ emorragia di denaro verso l’ Italia provocata dai suoi cortigiani che acquistavano i merletti veneziani in grandissime quantità.

Già dal Cinquecento si assiste anche alla produzione di centinaia di libri, detti modellari, nei quali sono proposti migliaia di disegni per merletti e ricami. Questi sono ideati dai maggiori incisori e tipografi del tempo e dedicati alle donne che praticano l’ arte del merletto nell’ intimità delle loro case.

Nel secolo XVIII il merletto veneziano diventa passatempo virtuoso soprattutto tra le ricche signore che si incontrano nei salotti delle case per scambiarsi opinioni sui disegni e sui modelli da realizzare, di fatto un ottimo pretesto per chiacchierare, tenersi compagnia e fare pettegolezzi.

La sua valenza di passatempo nei ricchi salotti veneziani continua anche nel XIX, periodo durante il quale la domanda di merletti cala drasticamente e per questo anche la produzione, con la conseguente riduzione dell’ interesse a tramandare le tecniche.

Di fatto la produzione dei merletti veneziani nel corso dell’ Ottocento diventa occupazione sempre più saltuaria e ben presto scompare, così come scompaiono le merlettaie, perchè lo sviluppo economico prende altre direzioni.

Fino al 1872 quando a causa di un inverno particolarmente rigido al quale ne erano preceduti molti altri identici, e la consapevolezza che la situazione economica dell’ isola di Burano era al collasso, si ritornò a pensare alla vendita del merletto veneziano come motore della ripresa.

La nobile famiglia Marcello alla quale apparteneva un onorevole venne a conoscenza dell’ esistenza in vita di un’ ultima merlettaia che conosceva i segreti del “punto in aere”, e pensò che potesse insegnare questa tecnica a giovani ragazze che volessero far ripartire la produzione.

È così che nacque la Scuola dei Merletti di Burano, un’ istituzione che in pochi anni sarebbe diventata il cardine della ripresa economica dell’ isola e più in generale di tutta la Laguna di Venezia.

Nel 1973 le studentesse di questa scuola di merletti veneziani erano 8, nel 1878 divennero 250, per arrivare nel 1890 a 310. Questi numeri trasformarono la Scuola dei Merletti di Burano in una vera e propria manifattura, e per di più sempre più famosa per la qualità della produzione.

Nel giro di poco tempo la Scuola dei Merletti di Burano aprì addirittura 2 negozi nella centralissima PIazza San Marco, con entrate decisamente interessanti e costantemente in crescita.

Il successo della Scuola di Merletti di Burano continuò fino ai primi anni del Novecento quando la domanda del prodotto crollò un’ altra volta a causa di molti fattori, tra i quali il cambiamento delle mode, la comparsa delle fibre sintetiche e la produzione industriale.

Fino al 1972 quando chiuse definitivamente e la famiglia Marcello fece confluire i merletti storici e quelli più moderni nella Fondazione Andriana Marcello – Centro del Merletto di Burano, che a sua volta cedette il tutto in comodato d’ uso gratuito alla Fondazione Musei Civici di Venezia.

È proprio questa fondazione veneziana che gestisce i musei più importanti della città a custodire le immense e preziose collezioni di merletti e i disegni storici di base che oggi puoi conoscere anche tu visitando il Museo del Merletto di Burano nella sede storica della scuola, e del quale ti parlerò tra poco.

Il lavoro delle merlettaie veneziane è stato spesso protagonista anche nell’ arte. Bellissimo è ad esempio il quadro intitolato proprio “Merlettaia”, un dipinto a olio su tela databile 1669-1670 di Jan Vermeer che oggi puoi ammirare al Museo del Louvre di Parigi.

Come puoi vedere dalla foto il soggetto è proprio una fanciulla che si dedica all’ arte del merletto con gli interni che la circondano privi di dettagli, quasi a voler far risaltare la figura e il lavoro al quale si dedica.

Merletti di Pellestrina a fuselli

Adesso voglio raccontarti qualcosa in più sui merletti di Pellestrina. La sorella del mio amico, che tra parentesi si chiama Barbara, ci ha tenuto tantissimo a spiegarmi la storia e le specifiche caratteristiche di questi merletti veneziani, e così ho deciso di approfondire un pò il mio racconto.

Come ti ho detto i merletti di Pellestrina hanno la particolarità di essere realizzati a fuselli, a differenza di quelli di Burano che invece sono fatti ad ago.

Per realizzare il merletto veneziano con la tecnica a fuselli tipica di Pellestrina la merlettaia fissa il disegno sul tombolo sistemato sulle sue ginocchia e procede intrecciando un certo numero pari di fili avvolti su rocchetti lignei, chiamati appunto fuselli (o mazzette).

Il tombolo, o “balon”, in dialetto locale, è un cuscino imbottito. La merlettaia procede poi a dar vita alla sua creazione puntando i vari passaggi con degli spilli.

Barbara mi ha detto che il merletto a fuselli di Pellestrina deve essere probabilmente ricondotto dall’ antica tecnica di tessitura della passamaneria che prevede l’ intreccio a mano di cordoni, frange, trecce, e altri tipi di tessuti.

Le lavorazioni in passamaneria, oggi praticamente scomparse, erano realizzate per abbellire abiti femminili, oltre che mobili e ornamenti ecclesiastici.

I documenti storici dimostrano quasi senza dubbio che questi speciali merletti veneziani sono nati in Italia, anche se in realtà le Fiandre belghe ne rivendicano la paternità formale, che però non è suffragata da evidenze storiche.

Al contrario pare proprio che siano stati i mercati veneziani a introdurre la lavorazione dei merletti a fuselli tipici di Pellestrina nelle Fiandre. Ma alla fine queste diatribe sull’ attribuzione della paternità dei merletti a fuselli ci interessano poco.

Ti ho già detto che nel corso del secolo XVII le merlettaie dell’ isola lavoravano per vendere le loro produzioni in modo tale da integrare il reddito familiare che arrivava soprattutto dalla pesca. Quello che invece ancora non sai è che nel 1874 nasce la prima scuola di merletti a fuselli di Pellestrina.

In quest’ epoca sull’ isola di Pellestrina esistevano una decina di negozianti di merletti e un centinaio di lavoranti, e la cosa curiosa era che le donne potevano solo produrre ma in nessun caso vendere. Anche i venditori porta a porta di merletti potevano essere solo maschi.

Secondo documenti storici nel 1877 la lavorazione del merletto di Pellestrina diede sostentamento a 1500 merlettaie, e nel corso degli anni successivi si aprirono nuove scuole anche a Chioggia e a Venezia, dove si lavoravano anche filati in oro e argento.

La scuola dei merletti di Pellestrina ebbe un grandissimo successo, al punto che quasi tutte le donne dell’ isola impararono l’ arte del merletto a fuselli, e il lavoro si diffuse tantissimo fino agli anni Sessanta del Novecento alternando periodi di prosperità e di crisi.

L’ arte dei merletti a fuselli di Pellestrina è comunque arrivata fino ai giorni nostri, anche se oggi le merlettaie lavorano soprattutto per se stesse e non per vendere quelli che possono essere definiti dei veri e propri capolavori.

Se visiti l’ isola di Pellestrina in estate le puoi ancora trovare sedute vicino alle porte delle loro case, da sole o in gruppo, mentre a.

Ti consiglio di fermarti a fare quattro chiacchiere con loro perchè è molto probabile che ti spiegheranno con piacere e orgoglio i segreti dei merletti di Pellestrina proprio come Barbara ha fatto con me, e magari ti faranno anche provare a fare qualche punto.

E se gli starai simpatico è quasi certo che ti saluteranno con un merletto originale di Pellestina in regalo, in assoluto il miglior ricordo della visita all’ isola che puoi portarti a casa.

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Museo del Merletto di Burano

Per conoscere la storia di questo prezioso manufatto che ha segnato la storia e la cultura della Laguna di Venezia ti suggerisco di visitare il Museo del Merletto di Burano, nato nel 1981 negli spazi ristrutturati della storica Scuola dei Merletti.

Come ti ho detto è stata la Fondazione Andriana Marcello – Centro del Merletto di Burano a dare la spinta propulsiva per l’ apertura di questo museo.

La stessa Fondazione si è anche occupata di riordinare e catalogare i documenti e i disegni presenti nell’ archivio dell’ antica Scuola dei Merletti e i meravigliosi esemplari che oggi compongono la sua preziosa collezione.

Il percorso espositivo del Museo del Merletto di Burano si articola in quattro sale che ripercorrono oltre quattro secoli di storia del merletto veneziano, dal Cinquecento al Novecento, attraverso l’ esposizione di centinaia di preziosi esemplari, insieme a interessanti testimonianze della produzione veneziana.

Quando sono entrato nel Museo del Merletto di Burano e ho incominciato la visita al suo spazio espositivo sono rimasto molto colpito soprattutto dalla sapienza e dalla creatività con la quale è stato curato l’ allestimento, che richiama chiaramente la policromia dell’ isola, quasi come se non ci fossero muri.

Al piano terra trovi la sala introduttiva dove ti consiglio di fermarti qualche minuto per vedere l’ emozionante video che ti darà una prima immersione sull’ affascinante mondo dei merletti veneziani, oltre a diversi pannelli didascalici che raccontano i segreti delle tecniche di lavorazione e dei punti più in uso.

Diciamo che questa prima sala del Museo del Merletto di Burano ti prepara a quelle che trovi al primo piano, il cuore del percorso espositivo che racconta l’ evoluzione del merletto veneziano durante i secoli.

Le quattro sale sono tutte bellissime e molto coinvolgenti, ma quella che a me è piaciuta di più è l’ ultima, dedicata alla Scuola dei Merletti di Burano, perchè con le fotografie storiche mette soprattutto in evidenza l’ importanza dell’ istituzione sul piano umano e sociale.

Ma quello che non ti puoi proprio perdere durante la visita al Museo dei Merletto di Burano sono le dimostrazioni dal vivo delle maestre merlettaie, ancora oggi depositarie di un’ antica arte tramandata nei secoli di generazione in generazione. Le puoi però vedere all’ opera solo se visiti il museo al mattino.

Mi hanno spiegato che il Museo del Merletto di Murano è molto frequentato anche da studiosi che accedono al suo immenso archivio per consultare la ricca documentazione sulla storia e sulla cultura di Venezia e della Laguna.

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