A distanza di pochi giorni mi sono imbattuto in addirittura tre programmi televisivi dove si parlava della sindrome di Wanderlust, conosciuta anche come sindrome del viaggiatore, e ascoltando quali sono i sintomi mi sono accorto di esserne affetto da moltissimi anni. Ma soprattutto, di non aver nessuna voglia di guarire
Cos’è la sindrome di Wanderlust?
La sindrome di Wanderlust non è una malattia, ma l’ossessione per il viaggiare, che personalmente considero un aspetto positivo, se non addirittura un pregio.
Questa caratteristica, meglio conosciuta sindrome del viaggiatore, è quella strana e quasi incontrollabile mania che porta alla voglia di partire in continuazione per un viaggio.
Per avere la sindrome di Wanderlust non è necessario fremere per partire per viaggi lontani o per visitare mete esotiche.
Basta avere anche solo la voglia irrefrenabile di fare viaggi a breve distanza, anche di pochi giorni, inclusi i fine settimana e le escursioni fuori porta in giornata.
La sindrome del viaggiatore influenza tutti gli aspetti della vita direttamente o indirettamente collegati al viaggiare.
Cosa significa la parola Wanderlust e da dove arriva?
La parola Wanderlust deriva dall’unione di due vocaboli tedeschi: Wander, ossia vagabondare, e Lust, che invece significa ossessione.
In italiano possiamo quindi definire lo strano vocabolo Wanderlust come l’ossessione per il vagabondare, o sindrome del viaggiatore, termine che a me piace di più.
Pare che la parola Wanderlust sia stata usata per la prima volta nella poesia Die drei Quellen (Le tre fonti) del poeta tedesco Friedrich Rückert, pubblicata nel lontano 1819.
All’inizio del Novecento il termine tedesco Wanderlust è entrato come prestito linguistico nella lingua inglese.
Il primo uso documentato in inglese risale al 1902, come riflesso di quella che fu poi considerata la predilezione tipicamente tedesca per l’esplorare e il girovagare.
Quali sono i sintomi della sindrome del viaggiatore?
Se come me sei affetto dalla questa strana inquietudine e agitata curiosità per il viaggiare che è la sindrome del viaggiatore, ti riconoscerai nelle caratteristiche e comportamenti che ti descrivo.
Hai sicuramente a casa un mappamondo che fai ruotare almeno due o tre volte al giorno alla ricerca della tua prossima meta di viaggio.
Se non hai un mappamondo, la sindrome di Wanderlust ti spinge ad avere una cartina, magari appesa al muro, che guardi in continuazione più dello specchio.
Sono sicuro che fai saltellare gli occhi dall’Europa all’ Asia, dalle Americhe all’Africa, con qualche deviazione anche sull’Oceania.
Da affetto dalla sindrome del viaggiatore, la tua cronologia web assomiglierà sicuramente alla mia, e dimostrerà che navighi costantemente su siti di viaggi, destinazioni turistiche, e compagnie aeree.

Cercherai sicuramente anche informazioni su alberghi, aeroporti, musei, gallerie e su altri luoghi culturali, con preferenza per quelli più insoliti.
La sindrome di Wanderlust ti fa concentrare anche sugli specifici aspetti che ti aiutano ad organizzare al meglio le tue prossime esperienze di viaggio in Italia e nel mondo.
La ricerca di informazioni sulla tua prossima meta di viaggio è una costante quotidiana, una sorta di automatisto che ti da un piacere immenso.
Da affetto dalla sindrome del viaggiatore navighi quasi sicuramente su siti dedicati al car sharing, cerchi dritte su come scegliere il sacco a pelo perfetto, e consigli per noleggiare un’auto.
Questa specie di mania per il viaggiare ti porta ad essere membro di un numero spropositato di gruppi Facebook dove si parla di vacanze, dei quali sei un assiduo contributor.
Sono sicuro che da affetto dalla sindrome di Wanderlust non vedi l’ora di condividere le tue foto e racconti di viaggio, e passi ore a rispondere ai commenti degli altri membri.

I tuoi programmi televisivi preferiti? Sicuramente adori i documentari sui viaggi e sugli animali, quelli che parlano di avventure o aspetti misteriosi dei diversi luoghi del pianeta Terra.
La sindrome del viaggiatore ti fa adorare anche quelli sulle culture delle popolazioni autoctone delle diverse regioni del mondo.
Scommetto che tieni costantemente monitorati i prezzi dei voli aerei, dei treni e dei traghetti, e conosci a memoria i fusi orari di molte destinazioni del mondo che sono nella tua wish-list.
Se hai la sindrome di Wanderlust le sai descrivere con sufficiente precisione anche se non ci sei ancora stato.
In libreria i tuoi scaffali preferiti sono sicuramente quelli che espongono le guide e i racconti di viaggio. E gli scaffali di quella che hai a casa sono sicuramente pieni di guide Lonely Planet, Routard e FootPrint.

Chi ha la sindrome del viaggiatore adora anche i libri fotografici tematici sugli elementi emblematici relazionati ai viaggio.
Ad esempio quelli sui fari, sugli edifici più alti del mondo, sui monumenti più emblematici, o sulle metropoli più grandi.
Ti ritrovi a sfogliarli frequentemente perdendo la nozione del tempo. Lo so perché è proprio quello che succede a me, portatore felice della sindrome di Wonderlust.
Hai sicuramente sviluppato l’atteggiamento da turista responsabile, che si sforza di fare viaggi il più possibile sostenibili.
Se hai la sindrome del viaggiatore ci tieni a vivere esperienze autentiche nei luoghi che visiti, a rispettare l’ambiente, e a favorire il benessere dei locali.

Da wanderluster sono sicuro che la tua valigia sarà esattamente come la mia, praticamente sempre pronta per essere chiusa e messa nel bagagliaio della macchina o nella stiva di un aereo.
A proposito di voli… Se hai la sindrome di Wanderlust ne avrai già presi molti e ne prenderai altrettanti in futuro, per cui sicuramente conoscerai alla perfezione i tuoi diritti di passeggero d’ aereo.
Allo stesso modo conoscerai bene gli aspetti tecnici, come le procedure per ottenere visti turistici, e le migliori assicurazioni di viaggio.
E poi quello che accomuna tutti quelli che come noi hanno la sindrome del viaggiatore è la grande diffidenza verso chi non ama viaggiare.
Non è un caso che tutti i miei amici siano maniaci dei viaggi come lo sono io. Appena ci incontriamo incominciamo subito a parlare di esperienze di viaggio, o dei posti che ci piacerebbe vedere.
Da persona che soffre della sindrome di Wanderlust non riesco a provare la minima simpatia per le persone intrappolate nella routine quotidiana che non amano viaggiare.

Ovviamente non è una colpa, perché mica dobbiamo essere tutti uguali. Ma cosa ci devo fare? Non li digerisco proprio! Ti riconosci in quello che sto dicendo?
Se anche tu hai la sindrome del viaggiatore sarai sicuramente quello che io chiama un culo inquieto, come amo definirmi anch’io.
E se per qualche motivo non posso viaggiare, combatto la noia dello stare fermo con escursioni a piedi o in bicicletta nelle vicinanze, meglio se in mezzo alla natura.
Tutti noi affetti dalla sindrome di Wanderlust siamo assolutamente convinti che il denaro ha un valore che misuriamo in base a dove ci può portare, alle esperienze che ci si può far fare.
Considero il mondo la mia casa, non riesco a stare fermo per troppo tempo nello stesso posto perché mi mette addosso un senso di disagio molto forte.
Grazie alla sindrome del viaggiatore, ancora prima di tornare a casa da un viaggio sto già pianificando quello successivo.

Quali sono le ragioni della sindrome di Wanderlust?
I ricercatori della University of California hanno cercato di spiegare quali sono le cause della sindrome di Wanderlust.
In un articolo pubblicato qualche anno fa sulla prestigiosa rivista Evolution and Human Behaviours sostengono che ha anche una base genetica
Secondo questo studio, la sindrome del viaggiatore non è solo un atteggiamento sviluppato nel contesto famigliare e sociale di appartenenza.
Detto in altre parole, l’ossessione per i viaggi tipica di chi non può fare a meno di viaggiare, dipenderebbe anche da uno specifico gene ribattezzato gene del viaggio.
Sempre secondo i risultati di questa ricerca della University of California, il gene alla base della sindrome di Wanderlust sarebbe presente nel corredo genetico del 20% della popolazione mondiale.
È bello sapere di non essere l’unico ad esserne affetto, anche se non era necessario che si scomodasse la prestigiosa università americana per saperlo. 🙂 🙂 🙂
Il sociologo statunitense Robert Park vede nella sindrome del viaggiatore la manifestazione del rifiuto alle convenzioni sociali. Nel mio caso è sicuramente così.
Lo scrittore francese Alain Montandon si riferisce invece a questa caratteristica come al <<richiamo delle persone lontane, di ciò che è al di là del presente e del mondo reale, e questo vagabondaggio estetico prende la forma di una fuga dal mondo nella speranza di un risarcimento>>.
Non è che ho capito pienamente questo concetto, ma quando l’ho letto mi è piaciuto e così ho decido di condividerlo con te.
Al di là della ragione che porta alla voglia irrefrenabile di viaggiare, la cosa importante è essere consapevoli di quanto siamo fortunati ad essere malati della sindrome di Wanderlust.