La Venezia di Corto Maltese e di suo padre Hugo Pratt

Passeggiare alla ricerca dei luoghi della Venezia di Corto Maltese, il celebre marinaio uscito dalla matita di Hugo Pratt, è un ottimo modo per conoscere sia i posti più celebri ma soprattutto quelli più nascosti della Serenissima. Tre storie che hanno come protagonista Corto Maltese sono ambientate proprio a Venezia, mentre nelle decine di altre trovi sempre molti riferimenti ai luoghi più o meno famosi della città più famosa e visitata al mondo, spesso descritti con nomi di fantasia che rendono la ricerca ancora più interessante e coinvolgente. Seguire le orme di Corto Maltese a Venezia è anche un’ ottima occasione per conoscere l’ uomo Hugo Pratt, che ha trasferito nel suo personaggio più celebre la sua creatività, il suo anticonformismo e il suo approccio riflessivo. Ma soprattutto il suo vissuto da spirito libero e giramondo

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Qualche tempo fa sono sono stato al Lido di Venezia e ho visitato il piccolo borgo di Malamocco nella parte più meridionale dell’ isola, appena prima della zona degli Alberoni, famosa perchè sulle sue spiagge il registra Luchino Visconti ha ambientato gli esterni del suo capolavoro Morte a Venezia.

Erano veri i consigli di amici: a Malamocco si respira un’ atmosfera di luogo sospeso nel tempo, così mi sono preso un paio d’ ore per passeggiare tranquillamente lungo le sue poche calli e ammirare la Laguna, che da qui sembra ancora più affascinante.

Ad un certo punto mi siedo su una panchina per riposare e sento due turisti italiani che dicevano di voler andare a mangiare Da Scarso perchè, da loro testuali parole <<è una delle poche trattorie autentiche rimaste a Venezia, si mangia dell’ ottimo pesce, e poi è la trattoria di Corto Maltese>>.

La trattoria di Corto Maltese? Mi intrometto educatamente nel discorso per chiedere spiegazioni, e loro mi dicono che Hugo Pratt, autore del celebre fumetto Corto Maltese, ha vissuto diversi anni a Malamocco dopo essere tornato da un lungo periodo in Argentina, ma anche a Venezia durante l’ infanzia.

Ma soprattutto mi raccontano che tre delle storie di Corto Maltese sono totalmente ambientate a Venezia, e in molte altre si trovano riferimenti ai luoghi della città e a Malamocco, sia nei disegni che nei dialoghi, e tra questi proprio la storica trattoria Da Scarso.

Conoscevo Hugo Pratt e Corto Maltese per sentito dire, e avevo letto solo qualche sua striscia sul Corriere dei Piccoli, ma mai una sua storia completa, anche perchè non è propriamente un fumetto da bambini.

Non mi restava altro da fare che informarmi su Hugo Pratt e Corto Maltese a Venezia, e così ho fatto, incominciando proprio dalle lettura delle storie ambientate in città: “Corte Sconta detta Arcana“, L’angelo della finestra d’ oriente e Favola di Venezia (Sirat Al-Bundugiyyah), che è anche la più conosciuta.

È proprio nell’ “Angelo della finestra”, il riferimento alla trattoria di Malamocco con la frase <<Scarso, Scarso, è pronto lo sfogio per Corto Maltese!>>. Se non lo sai gli sforgi sono le sogliole in dialetto veneziano, specialità della storica casa insieme alle squisite sarde in saòr, ai baccalà mantecati, ai risi e bisi, e ai radicchi.

In Favola di Venezia, venticinquesima avventura di Corto Maltese, ambientata nella città sulla laguna tra il 10 e il 25 aprile 1921, si narra una storia che si svolge prevalentemente di notte, in equilibrio tra sogno e realtà, tra oriente e occidente, tant’è che nel fumetto compare anche il titolo in arabo del racconto (Sirat Al Bunduqiyyah).

In queste e in tante altre storie di Corto Maltese si citano tantissimi luoghi di Venezia, anche se molti di questi sono stati sostituiti dall’ autore con nomi di fantasia, per creare un’ aura di mistero.

Ognuno ha però un preciso riferimento storico e simbolo, spesso collegato alla Massoneria di cui Hugo Pratt faceva parte, e che rende possibile individuarlo con precisione. L’ aspetto molto interessante è che nel complesso questi elementi danno una visione della città di Venezia creativa ed artistica.

Si scopre ad esempio che il “Ponte della nostalgia” è il ponte Widmann, nei pressi della Chiesa dei Miracoli a Cannaregio, o che il “Sotoportego dei cattivi pensieri” in realtà corrisponde al Sotoportego dell’Anzolo che dà sulla Calle Magno, verso l’ Arsenale, nel sestiere di Castello.

E si può proseguire con il “Campiello de l’arabo d’oro”, la Corte Rotta a San Martino nelle vicinanze di Campo Do Pozzi, la “Corte del Maltese” che equivale a Corte Buello nei pressi di Corte Nova, mentre la Calle dei Marrani è in Salizada Santa Giustina vicino a Campo San Francesco della Vigna, tutti in Castello.

La famosa “Corte Sconta” detta Arcana è in realtà la Corte Botera, che deve il proprio nome ad una bottega di botteri, cioè di fabbricanti di botti, nei pressi della basilica dei Santi Giovanni e Paolo, detta anche San Zanipolo in dialetto veneziano.

Piazza San Marco è uno dei luoghi di Corto Maltese a Venezia più rappresentati nei fumetti, e dove spesso si vedeva passeggiare Hugo Pratt che amava andare soprattutto al celebre Caffè Florian per vedere gli amici. È proprio per questo motivo che al bar del Florian esiste un cocktail dedicato al suo personaggio.

A quanto si racconta Pratt adorava girare e perdersi tra calli, campielli e fondamenta della Serenissima, ma soprattutto amava incontrare il gruppo di amici storici che lui chiamava “i bighelloni di Venezia”, con molti dei quali condivideva anche la passione per il fumetto.

Se incominci a conoscere Pratt capisci subito che era veneziano fino al midollo, anche se aveva vissuto e viaggiato tantissimo all’ estero, fin da quando a dieci anni fu letteralmente trascinato in Africa dal padre, per poi vivere in Argentina, Inghilterra, Francia e in Svizzera a Grandvaux, sul lago di Ginevra, dove morì nel 1995.

Leggendo le interviste che ha rilasciato nel corso della vita si scopre che non ha mai fatto mistero di considerare Venezia “il centro del mondo”, prediligendone le parti nascoste dove stanno le “corti sconte”, quelle piazzette al riparo dallo sguardo indiscreto dei forestieri.

Raccontava Hugo Pratt in un’ intervista rilasciata all’ Europeo all’ inizio degli anni ‘70: <<A Venezia studiavo, andavo a scuola, dimostravo di essere abbastanza dotato per il disegno, ma il mio scopo principale era di attraversare l’ intera città da un tetto all’ altro. Vivevo praticamente sui tetti, e, sui tetti, sotto le tegole, tenevo le mie cose, i miei giornali, i miei libri>>.

E queste parole dello stesso Pratt la dicono lunga sul carattere e sull’ atteggiamento eccentrico e creativo che svilupperà negli corso della maturità, e che trasferirà nel suo Corto Maltese.

Attraverso le immagini e le gesta di Corto Maltese l’ autore trasferirà tutto il suo sapere e gran parte del suo vissuto. Come suo padre Pratt, anche Corto Maltese è riflessivo e pensoso, un eroe tra mondi e culture diverse. Ed è naturale se consideri che la famiglia dell’ autore è decisamente multiculturale.

Proprio per questo non c’è da stupirsi che Hugo Pratt abbia fatto di Corto Maltese il figlio di un marinaio britannico e di una gitana, cresciuto nel celebre “barrio de la Juderia” della spagnola Cordoba.

Nelle storie di Corto Maltese l’ autore prende spunti stilistici e fattuali dalle mille letture d’ avventura della sua giovinezza degli autori De Vere Stacpole, Conrad, Melville, Salgari, Dumas, Cooper, e vi compaiono le donne, le guerre, le uniformi, i deserti, e ogni cosa egli avesse incontrato e conosciuto.

Ma soprattutto compaiono molti riferimenti all’ “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson, libro che gli fu donato dal padre Rolando proprio al momento dell’ arresto, e prima della sua deportazione in un campo di prigionia in Etiopia.

In quel momento, prima di essere portato via, pronunciò dodici parole, semplici ma granitiche al tempo stesso, che guideranno inconsapevolmente tutta la sua esistenza e quella del suo personaggio Corto Maltese: <<Vedrai che anche tu, un giorno, troverai la tua isola del tesoro>>.

Tra gli altri locali a Venezia che amava frequentare e che compaiono con il loro nome o con un nome inventato nelle storie di Corto Maltese c’è l’Harry’s Bar, il ristorante Al Graspo de Ua a Rialto e l’ Hotel Papadopoli Venezia, in piazzale Roma.

Pratt era molto legato emotivamente a questo albergo, tanto che gli aveva donato un ritratto di Corto Maltese. L’ hotel ha ricambiato con un cocktail Corto Maltese e un Campiello con lo stesso nome. Anche l’ hotel Ruzzini Palace compare diverse volte nelle storie di Corto Maltese.

Al Lido hanno dedicato perfino la biblioteca comunale a Hugo Pratt, che espone panelli di disegni ispirati a lui. Forse fa sorridere ma anche i gatti veneziani hanno giocato un ruolo nella produzione di Pratt, dato che si vedono spesso disegnati e perfino conversare con Corto Maltese.

Come ti accorgerai, questi animali rappresentano ancora oggi un simbolo di Venezia, e per scovarli basta spingersi tra le calli di Dorsoduro o del quartiere di Castello, così come ai Giardini della Biennale.

Ho indagato e ho scoperto che la casa dell’ infanzia di Pratt a Venezia si trova in Rio Terà dei Biri, a Cannaregio 5394/B, non lontano dalla Chiesa dei Miracoli. Se vuoi visitarla è aperta dal giovedì alla domenica dalle 10,00 alle 18,00.

Non sono invece riuscito a capire dove si trova quella dove abitava a Malamocco insieme alla madre. La cosa certa è che si tratta di una casa posizionata in modo tale da poter vedere dalle finestre sia il mare che la laguna.

Questo aspetto lo svela lo stesso Pratt che nel periodo di Malamocco si fa registrare nell’ elenco telefonico con lo pseudonimo straniero di Simon Girty, ovviamente per mantenere l’ anonimato.

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Con la raccomandazione di tenere sempre presente un proverbio veneziano: <<Viagiar descanta, ma chi parte mona, torna mona>> 😉 Se l’ hai capita non ti offendere perchè ho sempre una gran voglia di scherzare, e anche questa volta non ho resistito alla tentazione.

Non mi resta che augurarti buona lettura, e soprattutto buona passeggiata alla scoperta della Venezia di Corto Maltese!

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