Il campo di Auschwitz si trova a pochi chilometri da Cracovia, in Polonia, ed è stato il più grande lager nazista costruito durante la Seconda Guerra Mondiale nel quale dal 1940 al 1945 morirono più di un milione di persone, in prevalenza ebrei polacchi. Visitare il campo di concentramento di Auschwitz è un’ esperienza dura, toccante, emozionante, che mostra la malvagità della natura umana e fa riflettere sul senso della vita che in questo lager nazista vicino a Cracovia valeva sicuramente meno di un pezzo di pane raffermo
Booking.comCosa troverai in questo articolo:
- La funzione del campo di Auschwitz
- L’ arrivo dei prigionieri al campo di Auschwitz
- I 3 campi che formano il lager nazista di Auschwitz
- Oskar Schindler e la sua fabbrica
- Come funzionava il campo di concentramento di Auschwitz
- Le mie sensazioni durante la visita al campo di Auschwitz
- I 7 migliori hotel a Cracovia centro
- I 7 migliori hotel a Varsavia centro
- I 7 migliori hotel a Danzica centro

La scritta in ferro Arbeit Macht Frei (il lavoro rende liberi) posizionata sul cancello di ingresso all’ area che ospitava il campo di concentramento di Auschwitz è la prima cosa che vedi quando arriverai per visitare gli austeri edifici in mattoni che hanno ospitato una delle peggiori e più perfette macchine di morte congegnate dalla crudeltà umana nel corso della storia.
Questa stessa scritta è la prima cosa che ormai molti anni fa leggevano anche i deportati polacchi, ebrei, Rom, Sinti, omosessuali, criminali, prigionieri politici e testimoni di Geova quando arrivavano ad Auschwitz ammassati come bestie sui treni in legno che arrivavano da Cracovia e da ogni altra parte della Polonia prima di varcare la porta di quel cancello, quasi sempre per non uscirne mai più.

Perchè quasi tutti coloro che varcavano i cancelli del campo di Auschwitz erano destinati alla morte nelle camere a gas oppure a causa dalle indescrivibili privazioni, dagli esperimenti pseudo-scientifici che subivano come cavie o dal lavoro forzato.
La morte arrivava al campo di concentramento di Auschwitz anche più semplicemente per soddisfare il macabro piacere degli ufficiali delle SS che uccidevano i prigionieri anche solo per gioco.
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La funzione del campo di Auschwitz
Con Auschwitz e con gli altri campi di concentramento il regime nazista voleva operare lo sterminio di massa e distruggere qualsiasi forma di opposizione ai suoi ideali e cancellare ogni ostacolo all’ espansione territoriale ed economica della Germania.
Ma anche quello di annientare tutte le minoranze (di qualsiasi tipo) che in qualche modo si discostavano geneticamente dalle caratteristiche “tipiche” della razza tedesca. L’ obiettivo malsano era infatti quello di affermare la razza ariana perchè considerato prototipo della perfezione fisica.
I primi deportati arrivarono al campo di concentramento di Auschwitz nel 1940 e furono gli ebrei prelevati dal quartiere ebraico Kazimierz a Cracovia.
Questo flusso iniziale verso il campo di Auschwitz si incrementò costantemente fino al 27 Gennaio 1945 quando l’ ingresso dell’ Armata Rossa in Polonia liberò i 7.000 prigionieri che il regime non era riuscito ad evacuare in tempo verso altri campi.
Al momento della liberazione quasi tutti i prigionieri del campo di concentramento di Auschwitz erano gravemente ammalati o addirittura in fin di vita.
L’ entrata dell’ Armata Rossa in Polonia e la liberazione dei prigionieri di Auschwitz fu uno degli eventi più emblematici che sancì l’ inizio della fine della Seconda Guerra Mondiale insieme al D-Day e allo Sbarco in Normandia.
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L’ arrivo dei prigionieri al campo di Auschwitz
Una volta arrivati al campo di Auschwitz vicino a Cracovia i prigionieri erano sottoposti ad una tragica selezione ad opera del “personale medico” delle SS che decideva quali di loro erano abili al lavoro.
Gli altri erano invece condotti alla morte attraverso l’ esecuzione immediata in una delle tante camere a gas di Auschwitz.
Lascia assolutamente senza parole il “sistema” dello sterminio sistematico perpetuato attraverso le camere a gas, molte delle quali si trovavano proprio nel campo di Auschwitz-Birkenau.
Le camere a gas nel campo di concentramento di Auschwitz erano infatti camuffate da grandi locali docce per tenere tranquille le persone. Al punto che sui muri c’ erano descrizioni multilingue per il recupero dei vestiti e degli effetti personali che ovviamente non sarebbe mai avvenuto.
I cadaveri dei prigionieri morti respirando il veleno nelle camere a gas del campo di Auschwitz erano trasportati nei fondi crematori e i loro oggetti personali e di valore, inclusi i denti d’ oro, erano raccolti e spediti alla sede del regime.
Gli incaricati svolgere questo ignobile compito si chiamavano sonderkommandos ed erano unità speciali di ebrei istituite per collaborare con le SS in cambio di un trattamento di favore all’interno del campo di concentramento di Auschwitz.

Primo Levi definì queste persone con il termine di Corvi Neri del crematorio di Auschwitz e penso che non sarebbe possibile una definizione più adeguata.
I beni e gli effetti personali di valore dei morti nelle docce di Auschwitz erano confiscati e smistati all’ interno di un magazzino chiamato Kanada (Canada) per poi essere spediti in Germania e utilizzati per finanziare le operazioni del regime.
Fu scelto questo nome per i magazzini perchè per i prigionieri del campo di concentramento di Auschwitz il Canada significava ricchezza.
Sorte diversa toccava invece ai deportati che una volta giunti al campo di Auschwitz erano considerati in discreta salute e quindi abili al lavoro. Loro venivano fatti spogliare, rasati e rivestiti con la divisa ufficiale del campo di concentramento di Auschwitz: una casacca, un paio di pantaloni e degli zoccoli.
Sul braccio sinistro dei prigionieri di Auschwitz veniva tatuato un numero per identificarli e sulla casacca dovevano portare un contrassegno colorato che definiva la loro categoria di appartenenza.
A differenza di quanto comunemente si pensa e come hai già capito dal mio racconto Auschwitz non era un unico campo di concentramento ma un complesso costituito da 3 campi tutti situati nelle vicinanze della cittadina di Oświęcim, a circa 45 chilometri a ovest della città di Cracovia.
Nel loro complesso i 3 campi di Auschwitz costituivano il campo di concentramento nazista in assoluto più grande al mondo.
I 3 campi che formano il lager nazista di Auschwitz
Il campo originario chiamato Auschwitz I è stato aperto nel Maggio 1940 ed era affiancato dal campo di sterminio di Birkenau (Auschwitz II, aperto all’inizio del 1942) e dal campo di lavoro di Monowitz (Auschwitz III, aperto nell’ Ottobre 1942).
A queste 3 strutture principali erano affiancate 45 sottosezioni di Auschwitz nelle quali si trovavano i deportati che erano utilizzati per il lavoro forzato nelle industrie tedesche, Siemens e IgFabren in testa.
Pensa a questa situazione paradossale: la IgFabren era proprio l’ industria chimica che produceva lo Zyklon B, il gas usato nelle camere a gas di Auschwitz. Una crudeltà nella crudeltà…

Ma i prigionieri di Auschwitz lavoravano anche in aziende agricole, di estrazione o legate all’ industria bellica di proprietà del regime o private.
Queste erano anche le principali finanziatrici dei campi di Auschwitz perchè in cambio potevano godere di un flusso incessante di manodopera gratuita.
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Oskar Schindler e la sua fabbrica
Nella sua fabbrica Oskar Schindler fece l’ esatto opposto: cercò di impiegare quanti più ebrei possibile per strapparli al lavoro forzato nel campo di Auschwitz convincendo i tedeschi di averne bisogno a Cracovia per non interrompere la produzione di articoli bellici.
Dovette sceglierli attraverso la stesura delle famose Liste grazie alle quali riuscì a salvarne dal campo di Auschwitz diverse migliaia. Da questa toccante storia il regista Stephen Spealberg ha tratto il celebre film Schindler’s List che da poco ha compiuto ben 25 anni.
Visitare la Fabbrica-Museo di Oskar Schindler è un’ altra ottima opportunità per conoscere la storia di Cracovia durante l’occupazione nazista, quindi non perdertela per nessun motivo.
Come funzionava il campo di concentramento di Auschwitz
Nel campo di concentramento di Auschwitz vicino a Cracovia il lavoro era estenuante. E se a questo si aggiunge che i prigionieri di Auschwitz erano sottonutriti, sottoposti al freddo, alle malattie e alle continue violenze fisiche e psicologiche non è difficile immaginare perchè sopravvivevano in media solo 6 mesi.
Visitando i campi di Auschwitz quello che più di tutto colpisce e fà riflettere è la fredda, precisa e metodica organizzazione con la quale venivano strutturati e gestiti.
Ognuno dei campi di Auschwitz era diviso in aree di servizio: c’ era l’ospedale (anche se sembra ironico chiamarlo così), la cucina, l’ ufficio della Gestapo (la polizia militare tedesca), la prigione, la zona riservata agli esperimenti, le camere a gas e il reparto dei forni crematori.
Tutto funzionava alla perfezione ad Auschwitz perchè il sistema era pianificato e gestito come il perfetto ingranaggio di un orologio, in modo assolutamente cinico e chirurgico, con una malvagia lucidità che lascia davvero sgomenti.
Poi c’ erano le baracche dei deportati di Auschwitz che erano divisi tra uomini e donne. In ognuna erano presenti letti a castello a tre piani sui quali i prigionieri dormivano ammassati. E in ognuna c’ era il lavatoio e ovviamente le latrine.
Questo particolare ti fa capire chiaramente com’ erano le loro condizioni di sopravvivenza nel campo di concentramento ad Auschwitz.
Nell’ ospedale di Auschwitz I che era situato nel Blocco 10 i medici delle SS effettuarono esperimenti pseudo-scientifici sui neonati, sui gemelli e sui pazienti affetti di nanismo che in realtà non erano nient’ altro che delle vere e proprie torture.
Per non parlare di quello che nel campo di Auschwitz veniva fatto a molti adulti sottoposti a castrazione, sterilizzazione e a prove in condizione di ipotermia.
Tra i medici del campo di concentramento di Auschwitz quello tristemente più famoso è il Capitano delle SS Josef Mengele chiamato Angelo della Morte.

Quando il campo di Auschwitz fu liberato fuggì in Brasile dove morì per morte naturale molti anni dopo, anche se per quello che aveva fatto avrebbe dovuto fare una fine molto diversa.
Lui come quasi tutti gli altri protagonisti delle atrocità perpetrate ad Auschwitz restarono totalmente impuniti e non fecero mai nemmeno un giorno di carcere.
Questa è senza dubbio un’ ulteriore atrocità alla quale sono stati sottoposti tutti i prigionieri del campo di concentramento di Auschwitz.
Tra il crematorio di Auschwitz e l’ edificio destinato agli esperimenti si trovava il cosiddetto Muro Nero. Questo luogo è tristemente celebre tra i deportati nel campo di Auschwitz perchè era dove le guardie delle SS effettuarono le esecuzioni di migliaia di prigionieri.
Come ti puoi immaginare le esecuzioni nel campo di concentramento di Auschwitz erano tantissime e all’ ordine del giorno.
Ovviamente nel campo di Auschwitz qualsiasi forma di disobbedienza, lamentela o tentativo di insurrezione veniva sedato con crudeltà dagli ufficiali. Ma nonostante questo ci furono dei movimenti organizzati tra gli prigionieri di Auschwitz per tentare di rovesciare il loro macabro destino.
Ad Auschwitz ci furono anche alcune forme molto velate di protesta che erano una sorta di prese in giro nei confronti del Regime.
Una su tutte fu quella del fabbro ebreo incaricato di posizionare la scritta sull’ ingresso del campo di Auschwitz che volutamente collocò la lettera “B” della parola Arbeit rovesciata. Ma che nonostante l’ errore non fu mai raddrizzata.
Le mie sensazioni durante la visita ad Auschwitz
Passeggiando per i viali e per i diversi ambienti del campo di Auschwitz vicino a Cracovia ho avuto la netta percezione dell’ orrore, della sofferenza e della morte che mi è entrata dentro come se fosse qualcosa di tangibile, fisico e avvolgente. Come se in quel momento, tra i progionieri di Auschwitz ci fossi anch’ io.
La sensazione che ho avuto quando sono stato a visitare Auschwitz è stata quella di camminare nel mezzo delle umiliazioni, delle violenze e degli omicidi. E che queste non fossero cose del passato ma ancora presenti proprio in quei momenti.
La visita al campo di concentramento di Auschwitz è stata per me un’esperienza dura, toccante ed emozionante per la quale sicuramente mi dovevo preparare meglio dal punto di vista psicologico e che mi ha lasciato un peso enorme nella mente e soprattutto nel cuore che in un certo senso continuo a percepire ancora oggi a distanza di mesi.
Ma la visita ad Auschwitz è stata allo stesso tempo un’ esperienza che sono contento di aver fatto e la considero il mio piccolo omaggio alla memoria che penso di aver reso alla gente che lì nel campo di Auschwitz ha sofferto e sicuramente uno spunto che mi sta facendo riflettere sulla malvagità della natura umana e sul senso della vita che in questo luogo valeva meno di un pezzo di pane raffermo.
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Grazie per avermi fatto rivivere il viaggio che ho fatto due anni fa.
Ciao Giovanni, mi ha fatto molto piacere che ti siano piaciuti gli articoli. Effettivamente Cracovia è una città davvero stupenda, ricca di storia, di cultura, a allo stesso tempo l’ho percepita molto cosmopolita. Hai per caso visitato altri luoghi della Polonia? Mi piacerebbe conoscere il Paese dal punto di vista più naturale, fuori dai percorsi turistici tradizionali
Sono molto interessanti i “luoghi” di Papa Giovanni Paolo II. Dalla cittadina in cui era nato al moderno Centro … che lo ricorda.
Ciao Giovanni, infatti mi sono rammaricato di non essere potuto andare per mancanza di tempo. Comunque quello che mi è piaciuto di più di Cracovia è stato senza dubbio il quartiere ebraico e la Fabbrica-Museo di Schindler