Quattro passi alla scoperta della storia e cultura del Viejo San Juan de Puerto Rico

Il Viejo San Juan de Puerto Rico (conosciuto più semplicemente come San Juan de Porto Rico) è indubbiamente la parte più autentica e affascinante dell’intera isola caraibica. In un paio di giorni puoi visitare i suoi due splendidi castelli edificati al momento della conquista per difendere la città dagli attacchi dei pirati, ammirare lo splendido cimitero bianco affacciato sul mare, conoscere il Capitolio e la storia dell’isola. E soprattutto nel Viejo San Juan de Puerto Rico puoi conoscere ed ammirare l’emblematico quartiere de La Perla, fino a qualche tempo fa uno dei più pericolosi del Caribe e dell’intera America Latina

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Certe volte anche un noioso viaggio di lavoro si può trasformare in una bella occasione per scoprire una nuova destinazione.

È quello che è successo a me quando sono andato a San Juan de Puerto Rico, dove una docenza all’università mi ha permesso di conoscere questa splendida cittadina situata nella parte nord-orientale dell’isola bagnata dall’Oceano Atlantico. Mentre la parte meridionale dell’isola di Puerto Rico è bagnata dal Mar del Caraibi.

Devo dire la verità: il viaggio non è cominciato nel migliore dei modi. Infatti l’università per cui ho lavorato, al momento dell’arrivo, non mi aveva ancora comprato il biglietto del ritorno. Per questo motivo l’Ufficio di Immigrazione di Puerto Rico, che poi è quella degli Stati Uniti, non mi voleva far entrare nel Paese. Ed erano pronti a rispedirmi indietro con il primo volo disponibile.

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Documenti di viaggio per viaggiare a Puerto Rico

A Puerto Rico viaggiavo con il passaporto elettronico utilizzando il Visa-Waiver Program (VWP), che tra le limitazioni prevede infatti il possesso, già al momento dell’arrivo, di un documento di viaggio che provi un rientro programmato entro 90 giorni. Insieme alla prova della specifica motivazione del soggiorno.

Un vero e proprio colpo di fortuna e la disponibilità degli agenti dell’immigrazione dell’Aeroporto di San Juan de Puerto Rico mi ha salvato in extremis dal rimpatrio dopo oltre tre ore “prigioniero” nei loro uffici, praticamente in stato d’arresto.

Avevo regolarmente richiesto e ottenuto l’ ESTA (Electronic System For Travel Autorization), ma al momento della partenza non avevo tenuto in considerazione questo aspetto.

Il primo impatto con il Viejo San Juan de Puerto Rico

Il primo impatto con la città di San Juan de Puerto Rico non è stato affatto positivo.

L’università mi ha trovato un hotel a San Juan nella zona del Condado che è quella in assoluto più turistica dell’isola di Puerto Rico dove ci sono solo grandi strutture, la maggior parte appartenenti a catene alberghiere statunitensi.

Belle per carità, ma anonime, sicuramente non quelle che da preferisco visto che come ho già detto mi piace viaggiare in modo responsabile e sostenibile.

Essì, perchè a San Juan de Puerto Rico la maggior parte dei turisti arriva dagli USA, per vicinanza e perchè non devono avere visto di ingresso, la moneta è il dollaro, e soprattutto i prezzi sono decisamente più bassi rispetto a quelli degli Stati Uniti e di altre destinazioni caraibiche.

Il vero nome di Puerto Rico è “Estado Libre Asociado de Puerto Rico” (Stato Libero Associato di Puerto Rico), e come ci si può ben immaginare le leggi vigenti sono quasi tutte, salvo alcune eccezioni, quelli federali statunitensi, con autonomia legistativa molto limitata ad alcune specifiche materie.

Cosa farai quando sarai a Porto Rico?

Il clima a Puerto Rico

Puerto Rico si trova nel Caribe e il clima lo ricorda in ogni momento. Trovi Un’umidità incredibile e improvvisi acquazzoni di pochi minuti che poi lasciano posto al sole cocente, con cambi repentini diverse volte al giorno.

E a questo fastidioso aspetto climatico si aggiunge il freddo polare che c’è in qualsiasi luogo pubblico a causa dell’aria condizionata sparata sempre a manetta. E il conseguente rischio è quello di prendersi un raffreddore (o qualcosa di peggio) è molto alto, soprattutto per come siamo abituati noi europei.

Cosa vedere a San Juan de Puerto Rico

La sorpesa è arrivata quando ho avuto la possibilità di visitare il centro storico di San Juan de Puerto Rico, il quartiere chiamato Viejo San Juan, che idealmente incomincia dopo un paio di chilometri a ovest del Puente Dos Hermanos (Ponte Due Fratelli), il cui accesso avviene dell’Avenida Ashford. Lo riconoscete senza problemi perchè è molto lungo e perchè i ragazzi lo usano come trampolino di lancio per tuffarsi nel mare.

Io ci sono arrivato a piedi dal Condado. Non so quanti chilometri ho fatto in totale, ma davvero è un bel pezzo, una passeggiata che non ti consiglio di fare nelle ore centrali della città quando il sole “picchia” forte. E comunque non dimenticarti di portare con te un cappello e almeno un paio di bottiglie d’acqua fredda per evitare un’insolazione.

Se ve li dimenticate è un problema seria, perchè dall’inizio del ponte fino al cuore del Viejo San Juan non ci sono posti dove comprarla, a meno di non incontrare per fortuna qualcuno che la vende per la strada. Una cosa che ha attratto la mia attenzione sono le targhe delle macchine, che recitano “Porto Rico – Isla del Incanto”, bellissimo.

– Il Capitolio de Puerto Rico

Cammina cammina sempre costeggiando il mare, sono arrivato davanti a una struttura che assomiglia incredibilmente al Campidoglio che si trova a Washington, negli Stati Uniti.

Ho fatto presto a capire che ero arrivato davanti al Capitolio de Puerto Rico, la sede della Asamblea Legislativa (Assemblea Legislativa), composta dalla Camera dei Rappresentanti e dal Senato, e conosciuto anche come Palacio de las Leyes (Palazzo della Legge) di Puerto Rico.

Così come ho fatto presto a capire che il legame con gli Stati Uniti non si limitava alla somiglianza stilistica, proprio perchè Puerto Rico è in pratica uno stato distaccato degli Stati Uniti e le bandiere americane che sventolano ai due lati dell’edificio lo ricordano.

Davanti al Capitolio vedi la statua che raffigura San Juan Bautista affacciata sullo splendido mare cristallino dell’Oceano Atlantico.

Mi avvicino alla scalinata del Capitolio e mi siedo un pò per riposarmi e per ripararmi all’ombra. Nel mentre, per mia fortuna, esce una simpatica guardia con la quale mi metto a parlare, e le chiedo se per caso all’interno non c’è un po’ d’acqua da bere.

Con molta disponibilità e gentilezza, anche se non è orario di visita, mi dice di entrare e mi accompagna all’erogatore che sta al piano sotto. E così ho l’occasione anche per visitare il suo interno, che è a dir poco spettacolare.

Appena varcata la soglia di ingresso trovi l’esposizione dei diversi fogli sui quali è scritta la versione originale della Costituzione di Puerto Rico custoditi in quattro teche di vetro che nel loro complesso formano un cerchio. E tutto intorno splendido marmo di diverse tonalità, che la guardia mi dice provenire da Carrara, insieme bellissimi affreschi sia alle pareti che sul soffitto.

Tra tutti quello che mi ha colpito di più è quello dedicato all’abolizione della schiavitù a Puerto Rico proclamata nel 1873, soprattutto per il grande significato simbolico.

Parlando con la guardia mi sono anche reso conto di come noi italiani siamo molto amati a Puerto Rico (ma non mi sorprende perchè ho avuto la stessa sensazione in tutto il Centro e Sud America). Non la finiva più di raccontarmi cose sul suo Paese e di chiedermi cose sull’Italia che mi ha detto sogna da sempre di visitare.

Mi ha anche detto che proprio davanti al Capitolio, al lato della statua di San Juan Bautista, c’è una scalinata che conduce a una bella spiaggia, e che valeva la pena visitarla raccomandandomi di stare attento perchè le correnti del mare sono molto forti. Ovviamente non me lo sono fatto ripetere due volte, e una volta uscito dal Capitolio ci sono andato subito.

La spiaggia, praticamente invisibile dal livello strada, ha una folta vegetazione fatta da palme di noci di cocco. Davvero un peccato non aver avuto qualcosa per romperle; il succo della noce di cocco sarebbe stato un vero e proprio toccasana con il caldo e l’umidità di quella giornata.

Il mare era davvero molto mosso, ed è stato difficile fare il bagno anche perchè il fondale ha moltissime pietre affilate come i coltelli. Mane è valsa la pena affrontare questo rischio perchè la temperatura dell’acqua era davvero fantastica e nelle onde era come fare un idromassaggio.

– Il Castillo de San Cristóbal

Risalgo sulla strada per ricominciare la mia passeggiata e dopo pochissimo tempo mi ritorno davanti ad un’antica fortificazione che si capisce subito essere un castello a picco sul mare.

Si tratta del Castillo de San Cristóbal (Castello di San Cristoforo), conosciuto anche come Fuerte de San Cristóbal, costruito dagli spagnoli subito dopo la conquista di Puerto Rico per proteggere la città dagli attacchi terrestri.

Il Castillo di San Cristóbal è parte del Sitio Histórico Nacional de San Juan (Luogo Storico Nazionale di San Juan) ed è Patrimonio Mondiale dell’ Umanità UNESCO dal 1983.

L’isola di Puerto Rico fu infatti scoperta da Cristoforo Colombo nel 1493 durante la sua seconda spedizione nelle Americhe, e al suo arrivo attraccò a Dorado nelle immediate vicinanze di San Juan. Bellissima è la cinta muraria, nella quale sono conservati i cannoni originali.

– Il Castillo de San Felipe el Morro

Nella parte occidentale del Viejo San Juan, all’estremo nord dell’isola di Puerto Rico, c’è un’altra fortificazione. Si tratta del Castillo de San Felipe el Morro, conosciuta semplicemente come El Morro.

Anche il Castillo de San Felipe el Morro è stato costruito dagli spagnoli non appena sbarcati sull’isola di Puerto Rico ma a differenza del Castillo de San Cristóbal aveva lo scopo di proteggere la città dagli attacchi che provenivano dal mare, soprattutto ad opera dei pirati.

Era un luogo di passaggio di tutti i galeoni stracolmi d’oro e d’argento che provenivano dal Messico e dal Perù. I pirati erano ovviamente molto interessati a questa ricchezza, ed è anche per questo che l’isola è stata battezzata “Puerto Rico”. 

Anche il Castillo de San Felipe el Morro è circondato da una muraglia molto imponente che può essere usata come camminamento panoramico fino alla Puerta de San Juan. E come il Castillo de San Crisóbal fa parte del Sitio Histórico Nacional de San Juan.

È molto suggestivo ammirare il mare dalle griete presenti nelle mura che ospitavano i soldati che avevano il compito di scrutare il mare per avvistare l’avvicinarsi di eventuali imbarcazioni nemiche.

All’altro lato della baia c’è un altro forte molto più piccolo chiamato Fortín de San Juan de la Cruz (Fortino di San Giovanni della Croce) che aveva il compito di appoggiare il Castillo de San Felipe el Morro nella difesa della città da eventuali attacchi marittimi.

– Le stradine del Viejo San Juan

Il Viejo San Juan de Puerto Rico è davvero un quartiere bellissimo nel si respira un’atmosfera boemia, completamente differente da quella che trovi nel Condado.

Qui non ci sono grandi alberghi e quello che trovi è un dedalo di viette strette strette costeggiate da piccole case con architettura in stile coloniale e tutte colorate con tonalità pastello. In prevalenza di giallo, rosa e ocra.

Tra le centinaia di casette che trovi nelle strade del Viejo San Juan ce n’è una che vanta un record molto singolare. Quale? Con i suoi 1,5 metri di larghezza è entrata nel Guinness World Record come la più stretta del mondo!

Sei alla ricerca delle migliori esperienze da fare a San Juan de Puerto Rico

Ti consiglio il tour privato a piedi di San Juan anche nella versione tour guidato in bicicletta, per conoscere tutti i suoi must in compagnia di una guida locale molto simpatica e preparata, da abbinare all’ affascinante tour serale delle città vecchia, al suggestivo tour dei misteri e leggende, dei fantasmi e storia spettrale, insieme alla romantica crociera al tramonto+bevande! Bellissimi sono anche il tour gastronomico+degustazioni (anche nella versione al tramonto), il tour delle piantagioni caffè o il tour VIP dei distillatori+degustazioni, così come quello dei cocktail artigianali e quelli alle celebri distillerie Ron del Barrilito+degustazioni e Casa Bacardí+degustazioni. Hai poco tempo per visitare San Juan? Ti consiglio i free tour: belli, rapidi e…paghi quello che vuoi! I migliori? Sicuramente quello del centro e quello dell’ eredità storica. Se sei a San Juan e vuoi fare un’ esperienza divertente e inusuale ti consiglio anche le immersioni con le tartarughe, lo snorkeling alla spiaggia di Escambrón e la sensuale lezione di salsa! Da San Juan de Puerto Rico puoi anche fare bellissime escursioni in giornata alla scoperta delle meraviglie dei dintorni, una più bella dell’ altra! Tra le mie preferite c’è lo snorkeling a Vieques, quella alla Foresta nazionale El Yunque+Baie bioluminescenti (anche nella versione tour notturno in kayak), da abbinare a quella alla Foresta Nazionale Caraibica o alla foresta pluviale di Carite per conoscere i tre luoghi più incontaminati dell’ isola! Bellissime sono anche le escursioni in catamarano isola di Culebra e a Cayo Icacos!

– Il Cementerio de Santa María Madgalena

A San Juan ho trovato anche un cimitero che è senza dubbio il più bello che abbia mai visto durante tutta la mia vita di viaggiatore. Tutto bianco ma soprattutto a picco sul mare.

È il vecchio Cementerio de Santa María Magdalena (Cimitero di Santa Maria Maddalena) che ospita un grazioso mausoleo circolare sovrastato da una cupola rosa. Fortunate le persone che riposano qui perchè posso godere per l’eternità di una splendida vista.

– Il barrio de La Perla

Ma la cosa che mi ha davvero lasciato senza parole del Viejo San Juan de Puerto Rico è il quartiere popolare de La Perla, incassato tra il Castillo de San Cristóbal e il Castillo de San Felipe El Morro.

Il barrio de La Perla si trova ad un livello inferiore rispetto ai due castelli e si affaccia direttamente sul mare. La Perla è da sempre abitato dalle persone più umili ed originariamente ci viveva il personale di servizio dei ricchi delle sontuose abitazioni e dei nobili che abitavano nelle fortezze situate in posizione rialzata.

Ancora oggi La Perla continua ad essere il più povero di San Juan e uno dei più poveri dell’intera Puerto Rico. Ma è anche sicuramente il più tipico e autentico, forse per questo celebrato da molti cantanti locali tra i quali il noto gruppo Calle 13 che al quartiere de La Perla hanno dedicato l’omonima canzone.

Sei curioso di conoscerla? Te ne parlo nell’ articolo “I Calle 13 cantano la Perla”. Luis Fonsi, sempre di Puerto Rico, ha invece scelto La Perla come location per il videoclip della bellissima Despacito.

Se chiedi informazioni sul quartiere de La Perla agli abitanti di Puerto Rico tutti mettono in guardia e sconsigliano di addentrarsi soprattutto se non sei accompagnato da locali, perchè secondo loro è solo un covo di narcos e delinquenti. La Perla è infatti considerato come il quartiere più pericoloso del Caribe e uno dei più pericolosi dell’intera America Latina.

E non è un titolo che gli è stato affibbiato gratuitamente perchè la sua fama se l’è conquistata. Prima del 2011 il Dipartimento Antidroga degli Stati Uniti (DEA) stimava che il business dell’eroina nel quartiere de La Perla di Puerto Rico raggiungesse gli 11 milioni di dollari annuali. In più, il tasso degli omicidi in questa zona di San Juan era 7 volte di più que quello di tutta l’isola, che oscillava a 19 morti ogni 100 mila abitanti. 

Il mare, mosso e violento, si scaglia con forza contro il quartiere de La Perla. Anche se molti, proprio per questi motivi, dicono che in realtà è il quartiere de La Perla che esplode la sua violenza contro il mare.

È vero. Per le sole 250 famiglie che ancora ci abitano (perchè la maggior parte ha preferito fare le valige e trasferirsi in altre zone di Puerto Rico), vivere a La Perla è come avere un marchio indelebile che è difficile scrollarsi di dosso. È sinonimo di basso, di narcotraffico e di omicidi. Io non ho badato a queste cose e non ho seguito il consiglio di chi mi metteva in guardia. L’ho visitato da solo e me ne sono innamorato immediatamente.

Una volta scesa la scalinata che incomincia non appena passato il Castillo de San Cristóbal si notano le caratteristiche “casitas de colores” (casette colorate) molto sgarruppate e dagli esterni disordinati.

Molte case de La Perla ospitano sui muri fantasiosi graffiti che rappresentano persone, spesso i volti degli abitanti del quartiere morti a seguito di omicidi. Le cose ultimamente però sembrano cambiate, infatti a quanto pare da diversi anni a La Perla non si ammazza più.

Qui a La Perla i ritmi sembrano ancora più lenti di quelli già molto lenti dell’isola di Puerto Rico. Per i pensionati e per i molti disoccupati presenti la giornata è davvero molto lunga e per questo occupano il tempo chiacchierando seduti in strada a fianco con l’immancabile frigorifero portatile pieno di birre ghiacciate.

In strada si vedono sempre molti ragazzini che giocano a basket nel campo che è una delle cose che per prime si notano dalla strada o che si esibiscono in esibizioni freestyle con lo skate nel Bowl, in origine  una piscina da un bel pò di tempo trasformata in pista acrobatica dipinta con bellissimi graffiti colorati che ormai rappresenta il vero e proprio simbolo del quartiere.

Ti consiglio di visitare questo bellissimo angolo di San Juan de Puerto Rico, senza dubbio il luogo più caratteristico della città. E non dimenticarti di prendere qualcosa da bere in uno dei piccoli chioschi improvvisati che trovi disseminati tra le strette viuzze disseminate da gabbie di galline.

Una tappa obbligata è il Bar Cofresì, che prende il nome dal celebre pirata di Puerto Rico, e fai quattro chiacchiere con gli abitanti del quartiere che sono sempre ben contenti raccontarvi qualche storia. Ma solo però se riesci a togliervi toglierti di dosso la “classica” apparenza di turista. Qui a La Perla non vogliono macchine fotografiche, chiasso e risate. Qui vogliono solo che dimostriate il vostro rispetto per il luogo dove siete finiti.

Penso che non ci sia modo migliore per descrivere La Perla di come lo fa la scrittrice locale Ana Teresa Toro, che definisce il panorama e l’atmosfera in modo molto sottile, dicendo che “La Perla ti rompe i denti, però ti addolcisce la gola”. Proprio quello che, ragionandoci adesso mentre scrivo, ho provato anch’io. 

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