Grotta Gigante a Trieste: da oltre 10 milioni di anni custode di sculture create dall’acqua

La Grotta Gigante, nel minuscolo borgo che prende il suo nome a pochissimi chilometri da Trieste, si può definire una bomboniera. Nonostante sia in grado di contenere comodamente l’intera cupola della Basilica di San Pietro a Roma è intima. A chi decide di visitarla regala la sensazione di un caldo abbraccio, e magia per gli occhi e per le orecchie. Pare che i primi visitatori della Grotta Gigante siano entrati ad esplorarla già durante la Preistoria, ma solo dall’inizio dello scorso secolo è stato inaugurato ufficialmente il meraviglioso percorso turistico. Una passeggiata di poche centinaia di metri regala il privilegio di ammirare il suo patrimonio di inestimabile valore geologico, un quadro fatto di statattiti, stalagmiti e colonne dalle più diverse forme e colori, nelle quali la fantasia fa intravedere figure conosciute. Sono state le gocce d’acqua governate dalle misteriose leggi della natura a generarle e farle crescere pazientemente nel corso di oltre 10 milioni di anni

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Era ora di tornare a Trieste! Me lo sono detto qualche giorno fa, appena ho visto il cartello che indicava l’ingresso in città dalla vicina Muggia.

Sono passati più di 14 mesi dall’ultima volta che ho avuto l’occasione di visitarla. Un tempo decisamente troppo lungo, dato che Trieste crea una sorta di dipendenza.

E non potevo scegliere giorno migliore, perché era giornata di Bora, quella intensa, che quando arrivi a Trieste assomiglia ad un caro amico che speri di trovare per poterlo salutare.

Trieste senza la Bora che ti taglia la faccia come un coltello, e ti impedisce di camminare, non è Trieste.

Se vuoi approfondire l’argomento chiedi a un triestino, che te lo saprà spiegare molto meglio di come posso fare io.

Veniamo al motivo per il quale sto scrivendo questo articolo. Sono tornato a Trieste per visitare la Grotta Gigante.

In realtà ero in Slovenia per lavoro, e ho attraversato il confine per vedere questa meraviglia che amici mi hanno raccomandato di conoscere.

Non che avessi avuto particolare nostalgia di grotte. In poco meno di due settimane ho visitato le tre più famose della Slovenia.

Sono quelle di Postumia (Postojenska Jama), San Canziano (Skocjan) e Vilenica (Jama Vilenica). Tutte molto belle queste grotte slovene. E tutte molto diverse tra loro.

Ma il consiglio degli amici, soprattutto quando sai che è sincero, e che hanno i gusti simili ai tuoi, deve essere sempre ascoltato.

Al di là di questo, sono da sempre attratto dalle grotte. È una di quelle tante piccole fissazioni che ho, e che non riesco a capire da dove nasca.

Fatto sta che adoro i mondi sotterranei fin da quando ho memoria. Ecco i motivi per i quali ho visitato anche la Grotta Gigante. Decisamente una bella esperienza, come leggerai tra poco.

Borgo Grotta Gigante: il punto di accesso alla grotta di Trieste

Sono solo dieci chilometri quelli che separano la Grotta Gigante dal centro di Trieste. Quattro in più se ci arrivi dal bellissimo Castello di Miramare, che si affaccia sul golfo.

In meno di mezz’ora da entrambi questi luoghi arrivi al tranquillo paesino di Briščiki, meglio conosciuto come Borgo di Grotta Gigante. È il punto di ingresso per la grotta.

Borgo di Grotta Gigante, frazione di Sgonico, è costituito una manciata di case nel centro del Carso triestino. Nel complesso il paese ospita meno di cinquecento abitanti.

Delle antiche case dall’architettura carsica con tetto ricoperto da lastre in pietra purtroppo resta quasi solo un nostalgico ricordo.

Se hai voglia di fare quattro passi per le vie del paese puoi però vedere ancora un paio di esemplari.

Mi raccomando di dare un’occhiata anche all’antica osteria Milic, storico punto di riferimento per i visitatori della Grotta Gigante fin dal giorno della loro apertura al pubblico nel lontano 1908.

Inaugurata alla fine dell’Ottocento dalla famiglia Milic, la trattoria è stata fino alla seconda metà degli anni Cinquanta un importante punto di riferimento per i visitatori della grotta.

È ad esempio interessante sapere che fino ad allora l’ingresso della Grotta Gigante era protetto da una rete metallica.

Un cartello indicava ai turisti che l’appuntamento con le guide, scelte tra gli abitanti, era alla trattoria Milic. Qui trovavano anche l’unico punto di ristoro.

Oggi di cartelli per raggiungere la Grotta Gigante ce ne sono diversi, e li cominci a trovare già qualche chilometro prima di arrivare al borgo. Perdersi è impossibile, anche senza Google Maps.

A proposito di cartelli per raggiungere Grotta Gigante. Ho visto la fotografia di uno di quelli storici sponsorizzato dalla Shell durante le due guerre, bellissimo. Era posizionato a Villa Opicina.

Davanti all’entrata della grotta trovi un ampio parcheggio. Se per caso lo trovi pieno, niente paura. Ti basta tornare indietro di circa 200 metri e parcheggiare in quello che trovi nel borgo.

La brevissima camminata verso Grotta Gigante non può che farti bene, e prepararti al bellissimo percorso che affronterai al suo interno.

Stavo quasi per dimenticare che puoi raggiungere Grotta Gigante dal centro di Trieste anche in autobus. Ci arrivi in poco più di mezz’ora.

La linea di riferimento è la numero 42 che parte dal dal capolinea in piazza Oberdan, e passa da viale Miramare. La fermata è al lato del supermercato PAM.

Voglio spendere ancora due parole su Borgo Grotta Gigante, prima di parlarti della mia esperienza nella grotta che gli ha dato il nome.

Nel borgo sembra non ci sia nulla di particolarmente attrattivo al di là dell’ingresso alla Grotta Gigante.

In realtà Borgo Grotta Gigante ospita l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, che opera in ambito internazionale nel campo delle scienze della Terra e del mare.

E non è finita qui. Il suo nome è conosciuto a livello internazionale grazie ai prestigiosi istituti di ricerca che usano l’ambiente unico di Grotta Gigante per ricerche impossibili da realizzare altrove.

Sai che nella Grotta Gigante il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Trieste ha istallato il pendolo geodetico?

Capisco perfettamente la tua curiosità, ma cos’è e a cosa serve il pendolo geodetico te lo spiego più avanti. Una delle tante ragioni per continuare a leggere l’articolo.

Cosa farai quando sarai in Slovenia?

La visita a Grotta Gigante

La visita alla Grotta Gigante può cominciare prima di scendere i più di 500 scalini che ti portano nel cuore della cavità, parecchi metri sotto terra.

Dico così perché se arrivi con qualche minuto di anticipo, prima di incontrare la guida, hai il tempo di visitare lo spazio allestito con pannelli informativi che ti spiegano diverse cose molto interessanti.

Una delle caratteristiche che mi contraddistinguono da sempre non è di certo la puntualità. Ma al contrario, l’arrivare sempre con largo anticipo.

L’appuntamento con la visita alla Grotta Gigante non ha fatto eccezione, motivo per il quale ho avuto il tempo di leggere con calma tutti i pannelli.

Alcuni di questi sono dedicati al carsismo, fenomeno geologico al quale si deve la formazione delle grotte di questo territorio, compresa ovviamente la Grotta Gigante.

Altri spiegano come si è sviluppato il territorio del Carso intorno a Trieste durante le ere e le civiltà, dal punto di vista sociale, economico, e culturale.

Grazie a questi pannelli informativi ho ad esempio scoperto che la Grotta Gigante, insieme ai campi solcati che si trovano a breve distanza, sono tra i geositi appartenenti al Geopark Carso.

Dai un’occhiata al sito Internet per scoprire le meraviglie che puoi trovare nel territorio del Carso Classico, tra Italia e Slovenia. E sono sicuro che rimarrai a bocca aperta.

– Il percorso alla scoperta della grotta

Il gruppo con il quale da lì a poco avrei visitato la Grotta Gigante pian piano prende forma, e arriva anche la simpatica guida Gioia, che si presenta.

Cinque minuti dopo siamo già all’ingresso della grotta, all’inizio della scala che scende ripida. L’ambiente che si intravede è illuminato da luci che lo rendono molto suggestivo.

Provo una sensazione strana, un misto di curiosità e di grande rispetto, come si deve ai luoghi importanti. E la Grotta Gigante lo è, sia per la sua dimensione, che per la sua età.

Quanti anni ha la Grotta Gigante non si sa con esattezza, dato che la sua età è calcolata sommando i passaggi tra diverse ere che ha pazientemente impiegato l’acqua per darle forma.

Si possono comunque quantificare in 10 milioni, una cifra difficilmente comprensibile per l’essere umano, abituato a rapportare il trascorrere del tempo con quello della sua vita.

Gioia ci parla delle dimensioni della Grotta Gigante, semplicemente impressionanti. I metri che definiscono lunghezza, altezza e profondità della cavità sono però poco importanti.

Il dettaglio che lascia di stucco è la comparazione con la grandezza della cupola della Basilica di San Pietro a Roma, che potrebbe starci comodamente dentro. E avanzerebbe spazio.

Man mano che si prosegue nella discesa, gli occhi si abituano all’illuminazione ridotta. Stalattiti, stalagmiti e colonne prendono forma e colore. E si mostrano in tutta la loro bellezza.

Anche l’udito diventa immediatamente più sensibile grazie all’assenza di interferenze sonore che provengono dall’esterno.

Si percepisce il ticchettio ritmico delle gocce d’acqua che, una a una, fin dalla notte dei tempi, sono state architette e ingegneri di questa meraviglia.

– La scoperta di Grotte Gigante e l’apertura al pubblico

Se la Grotta Gigante ha dieci milioni di anni, è però stata scoperta solo nel 1840 dal grande ricercatore A.F. Lindler, che che aveva al suo attivo anche le esplorazioni dell’Abisso di Trebiciano.

Per essere ammirata dai turisti bisogna però aspettare il 1908, quando apre ufficialmente al pubblico grazie all’estenuante lavoro dei membri del Club Touristi Triestini.

Ma visto che sono pignolo e voglio essere preciso, le informazioni che ti ho appena dato non sono corrette. I primi visitatori sono entrati nella Grotta Gigante già durante la Preistoria.

Gli esperti hanno infatti provato che, già a partire da quell’epoca, le persone sono penetrate nella grotta in prossimità dell’ingresso Alto, dove oggi c’è l’uscita del percorso turistico.

Sto parlando dello stesso ingresso che ha utilizzato Lindler per calarsi al centro della Grande Caverna, nella quale pensava di trovare le acque sotterranee del fiume Timavo.

Arriva il 1890, e gli speleologi del Club Touristi Triestini fanno un’accurata esplorazione della Grotta Gigante scendendo da un secondo ingresso che sbuca proprio sopra la scalinata.

Questa è quella che ho fatto io, e che farai anche tu per scendere. La sua costruzione ha richiesto tre anni, al termine della quale si inaugura il percorso turistico.

È il 5 Luglio 1908, e l’inaugurazione è degna delle occasioni più solenni. Sono presenti 574 invitati, e non mancano elementi coreografici.

Dalla volta è calato un candelabro con 100 candele accese offerto da uno speleologo dell’Associazione Alpina Austro Germanica, mentre sul fondo la banda suona pezzi del Sigfrido.

Oggi siamo nel 2024, e sono passati quasi 120 anni da quel lontano 1908. La Grotta Gigante è ovviamente sempre uguale, ma le strutture che permettono la visita sono cambiate.

Una su tutte è l’illuminazione. Hai notato che alcune rocce e concrezioni hanno perso il loro colore naturale e sono annerite?

La colpa è del fumo rilasciato da candele, fiaccole e lampade ad acetilene usate per illuminare. Per quasi 50 anni queste sono state le uniche fonti di illuminazione nella Grotta Gigante.

Fino al 1957, anno in cui è stato istallato il primo impianto elettrico. Un aspetto curioso che riguarda l’illuminazione della Grotta Gigante è la crescita di piante pioniere, tra le quali felci e muschi.

Se hai la vista buona, e se presti un pò di attenzione, le puoi notare vicino ad alcune lampade. Pensa che riescono a svilupparsi grazie alla fotosintesi clorofilliana usando la luce artificiale.

Ma la cosa più incredibile è che siamo noi turisti a introdurre le spore delle piante nella grotta. Ovviamente lo facciamo inconsapevolmente, con i vestiti che indossiamo.

5 cose da fare e vedere a Trieste oltre la Grotta Gigante

Stai pensando di andare a Trieste a visitare la Grotta Gigante. Come ti ho detto nell’articolo è un’ottima scelta. Ma a Trieste ci sono molte altre cose da fare e vedere. Qui ti propongo 5 fantastiche esperienze proposte dalle agenzie online GetYourGuides e Civitatis, che sono una garanzia! Io le uso spesso e mi sono sempre trovato benissimo!

– Stalattiti, stalagmiti e colonne

Al di là dell’enormità della Grotta Gigante, sono rimasto letteralmente a bocca aperta dalle migliaia di concrezioni che ospita. Impossibile sapere quante sono esattamente.

Ci sono le stalattiti che si sviluppano sulle pareti e sulla volta, le stalagmiti che crescono da terra, e le colonne che nascono dalla fusione delle due quando crescono verticalmente nello stesso punto.

È il risultato della deposizione del carbonato di calcio che ogni singola goccia lascia mentre scivola sulla roccia, o dopo essere caduta.

Una quantità infinitesimale, che nel corso dei milioni di anni ha dato vita a queste meraviglie, spesso colorate, facendole cresce di circa 1 millimetro ogni 15-20 anni.

Se vedi pareti o concrezioni bianche o grigie, significa che sono ricoperte da calcite pura. Il rosso, l’ocra, e il marrone nelle diverse sfumature, indicano invece la presenza di ossido di ferro o sali di alluminio.

Un gioco divertente che fanno tutti i turisti che visitano la Grotta Gigante è cercare di interpretare la forma delle stalattiti e stalagmiti per trovare figure conosciute, di cose o di animali.

Non sono molto bravo in questo tipo di cose, ma con l’aiuto di Gioia ne ho trovate diverse, tra le quali una stalagmite simile a uno scimpanzè, che però può tranquillamente sembrare un Buddha.

Alcune stalagmiti richiamano anche la forma di una pila di piatti. Sono però conosciute anche con il nome di tronco di palma.

Si sono formate grazie alle gocce d’acqua cadute da notevole altezza, poi espanse al momento dell’impatto con il suolo. Ecco il motivo dell’ampia superficie che ha occupato il carbonato di calcio.

La concrezione più imponente tra le tantissime che ammirerai se deciderai di visitare la Grotta Gigante è la Colonna Ruggero.

Non puoi non notarla, infatti ha un diametro alla base di 4 metri, ed è alta 12. Si stima che abbia un’età di tutto rispetto: circa 200mila anni. Anche se dal punto di vista geologico non è tantissimo.

La noterai sicuramente anche perché in corrispondenza della Colonna Ruggero inizia la lunga scala che porta verso l’uscita.

La visita alla Grotta Gigante non è ancora finita. Prima si raggiunge la cosiddetta Sala dell’Altare, poi il Belvedere al termine del Sentiero Carlo Finocchiaro. Questo è stato inaugurato nel 1996.

Il Belvedere ha un significato simbolico molto importante, visto che a poca distanza c’è il punto dal quale, nel 1840, si sono calati nella Grotte Gigante i primi esploratori.

Il percorso all’interno della Grotta Gigante è bellissimo, e sarai così rapito da quello che ti circonda che non ti renderai nemmeno conto di proseguire passo dopo passo.

Quest’ultima parte è però particolarmente affascinante. Dall’alto puoi ammirare le migliaia di stalattiti che costellano l’immensa volta. Pura magia per gli occhi.

Ho un unico rimpianto, quello di non aver visitato la Grotta Gigante con mia figlia Andrea. Lei, come me, è appassionata di mondi sotterranei, e sarebbe impazzita di gioia.

Sono sicuro che la visita alla Grotta Gigante è un’esperienza che piacerà tantissimo anche ai tuoi bambini.

Se li porti a Borgo Gigante per visitare questa bellissima grotta vicino a Trieste gli regalerai una piccola grande magia che non si scorderanno mai.

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– I pendoli geodetici nella Grotta Gigante

Ricordi che all’inizio dell’articolo ti ho incuriosito parlandoti dei pendoli geodetici ospitati nella Grotta Gigante?

È arrivato finalmente il momento di utilizzare qualche riga per raccontarti cosa sono, chi li ha istallati, e a che cosa servono.

Li noti appena entrato nella grotta, visto che appaiono come due tubi bianchi che attraversano tutta la sua altezza.

Ovviamente non avevo la minima idea di cosa fossero, e da curioso ho incominciato a farmi domande e formulare ipotesi.

La prima che mi è saltata in testa è stata che fossero due grandi pilastri messi lì per sorreggere la grotta, ed evitarne il crollo.

Ma ho capito subito che era un’idea quantomeno fantasiosa, e decisamente poco realistica. Perché la Grande Caverna si è formata naturalmente, e non è crollata per oltre 10 milioni di anni.

Poi, avvicinandomi meglio, ho notato che non sono pilastri, ma bensì due tubi sono cavi e semitrasparenti.

Grazie alla luce che ci penetra parzialmente, ho visto che ognuno di questi lunghissimi tubi contiene un cavo.

Quindi ho pensato che si trattasse di un sismografo, usato per anticipare e misurare i terremoti. Gioia mi ha detto che questa ipotesi era molto più realistica e più vicina alla loro reale funzione.

I pendoli geodetici nella Grotta Gigante servono infatti per misurare i movimenti della crosta terrestre, tra i quali le così dette maree terrestri, molto simili a quelle marine.

Non vedi i pendoli all’estremità dei cavi. Si trovano protetti in una struttura in muratura alla base. E i tubi servono per fare in modo che i cavi possano restare perfettamente immobili.

I pendoli nella Grotta Gigante sono stati istallati dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Trieste, e sono sensibilissimi.

Per rendersene conto è sufficiente sapere che sono in grado di amplificare 40mila volte i piccolissimi e lentissimi movimenti della crosta terrestre.

Nella Gotta Gigante ci sono però anche i sismografi per lo studio dei terremoti. Lo avevo intuito, ma in modo sbagliato.

Sono stati istallati nel 1963 e collegati via cavo ai sofisticati computer dell’Osservatorio Geofisico Sperimentale di fianco all’ingresso della grotta, che si occupa dell’elaborazione dei dati.

5 fantastiche escursioni in giornata ai must della Slovenia da Trieste

Trieste è un’ottimo punto di partenza per escursioni in giornata alla scoperta dei must della Slovenia. Qui ti propongo quelle che mi sono piaciute di più. Anche queste sono proposte da GetYourGuides e Civitatis. Tutte semplicemente fantastiche!

Il matrimonio degli speleologi e gli eventi

Lo so che ho scritto tanto sulla mia esperienza a Grotta Gigante, e non voglio abusare della tua attenzione.

Prima di salutarti ci tengo però a parlarti di alcune curiosità che hanno come protagonista questa meravigliosa grotta vicino a Trieste.

La prima riguarda il matrimonio celebrato molti anni fa nella grotta, scelta da due dei soci fondatori del Gruppo Speleologico Goriziano per scambiarsi la promessa di amore eterno.

Poco più che ventenni, ed entrambi con la passione per la speleologia, i due giovani innamorati si sono sposati qui indossando tuta ed elmetto.

Ma questa volta, per la solennità dell’occasione, senza calarsi con le corde dall’alto come erano soliti fare insieme durante le esplorazioni.

Quel giorno l’atmosfera all’intero della Grotta Gigante era particolarmente romantica, anche perché la cerimonia è stata accompagnata dalle dolci note di quattro violini.

Mentre fuori dalla grotta il cielo era palcoscenico di un bellissimo spettacolo di fuochi artificiali, organizzato da amici e parenti per rendere omaggio alla coppia.

Passando dal sacro al profano, è curioso sapere che negli anni Ottanta la Grotta Gigante è stata attraversata della “Cronotraversata del Maestro”, una gara speleopodistica molto sentita.

Al di là dell’evento sportivo in se stesso, è stata un’iniziativa molto importante dal punto di vista simbolico. Ha reso omaggio alla memoria Carlo Finocchiaro, conosciuto come il Maestro.

Carlo Finocchiaro è celebre tra gli speleologi, visto che è stato un uomo di punta della Commissione Grotte della Società Alpina delle Giulie, fino a diventarne Presidente nel 1956.

Non ti ho ancora detto che l’acustica della Grotta Gigante è spettacolare. Ecco perché nel corso degli anni è stata palcoscenico di diversi concerti.

Dal 1985 nella Grotta Gigante si sono esibite decine di bande, orchestre, e cori provenienti da Trieste e da molte altre città d’Italia. Ma anche singoli artisti, tra i quali il violoncellista Vasja Legiša.

Il racconto della mia esperienza alla Grotta Gigante finisce qui. Spero davvero che tu riesca a visitarla, magari insieme ai tuoi bambini, perchè è magnifica.

Prima di salutarti volevo ringraziare l’ente che gestisce la Grotta Gigante per avermi inviato le bellissime foto che ho messo.

E al sito Invitinere per avermi permesso l’uso di quella sui pendoli geodetici, che danno una bellissima prospettiva.

Come vedi le hanno fatto fotografi molto bravi, ai quali devi un grande favore. Te li cito in ordine alfabetico: Paolo Coretti, Sergio Laboru, Olena Melnykova, Piero Pausin, e Massimo Valente.

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