Il campo di concentramento di Auschwitz: un toccante viaggio nella crudeltà della mente umana

Il campo di Auschwitz si trova a pochi chilometri da Cracovia, in Polonia, ed è stato il più grande lager nazista costruito durante la Seconda Guerra Mondiale nel quale dal 1940 al 1945 morirono più di un milione di persone, in prevalenza ebrei polacchi. Visitare Auschwitz è un’ esperienza dura, toccante, emozionante, che mostra la malvagità della natura umana e fa riflettere sul senso della vita che in questo campo di concentramento vicino a Cracovia valeva sicuramente meno di un pezzo di pane raffermo

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La scritta in ferro Arbeit Macht Frei (il lavoro rende liberi) posizionata sul cancello di ingresso ad Auschwitz è la prima cosa che vedi quando arriverai per visitare gli austeri edifici in mattoni che hanno ospitato una delle peggiori e più perfette macchine di morte congegnate dalla crudeltà umana nel corso della storia.

Questa stessa scritta è la prima cosa che ormai molti anni fa leggevano anche i deportati polacchi, ebrei, Rom, Sinti, omosessuali, criminali, prigionieri politici e testimoni di Geova quando arrivavano al campo Auschwitz.

Già viaggio fino ad Auschwitz era l’ anticamera dell’ inferno, infatti arrivavano ammassati come bestie sui treni dai vagoni in legno da Cracovia e da ogni altra parte della Polonia prima di varcare la porta di quel cancello, quasi sempre per non uscirne mai più.

Perchè quasi tutti coloro che varcavano il cancello di Auschwitz erano destinati alla morte nelle camere a gas oppure per le indescrivibili privazioni che subivano, ma anche per gli esperimenti pseudo-scientifici ai quali partecipavano come cavie, oppure per la fatica del lavoro forzato.

La morte ad Auschwitz arrivava anche più semplicemente per soddisfare il macabro piacere degli ufficiali delle SS che si divertivano ad uccidere.

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La funzione del campo di Auschwitz

Con il campo di Auschwitz e con gli altri lager il regime nazista voleva operare lo sterminio di massa, distruggere qualsiasi forma di opposizione ai suoi ideali e cancellare ogni ostacolo all’ espansione territoriale ed economica della Germania.

Ma Auschwitz e gli altri campi servivano anche per rendere concreto il tentativo di annientare tutte le minoranze (di qualsiasi tipo) che in qualche modo si discostavano geneticamente dalle caratteristiche “tipiche” della razza tedesca.

L’ obiettivo malsano del regime nazista era infatti quello di affermare la razza ariana perchè considerato prototipo della perfezione fisica.

I primi deportati al campo di Auschwitz arrivarono nel 1940 e furono gli ebrei prelevati dal quartiere ebraico Kazimierz a Cracovia.

Questo flusso iniziale di deportati ad Auschwitz si incrementò costantemente fino al 27 Gennaio 1945 quando l’ ingresso dell’ Armata Rossa in Polonia liberò i 7.000 prigionieri che il regime non era riuscito ad evacuare in tempo verso altri campi.

Al momento della liberazione quasi tutti i prigionieri di Auschwitz erano gravemente ammalati o addirittura in fin di vita.

L’ entrata dell’ Armata Rossa in Polonia e la liberazione dei prigionieri nel campo di Auschwitz fu uno degli eventi più emblematici che sancì l’ inizio della fine della Seconda Guerra Mondiale insieme al D-Day e allo Sbarco in Normandia.

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L’ arrivo dei deportati ad Auschwitz

Una volta che avevano varcato il cancello di Auschwitz i prigionieri erano sottoposti ad una tragica selezione ad opera del “personale medico” delle SS che decideva quali di loro erano abili al lavoro.

Gli altri erano invece condotti alla morte attraverso l’ esecuzione immediata in una delle tante camere a gas di Auschwitz.

Lascia assolutamente senza parole il “sistema” dello sterminio sistematico nazista perpetrato attraverso le camere a gas, molte delle quali si trovavano proprio nel campo di Auschwitz.

Le camere a gas nel campo di Auschwitz erano infatti camuffate da grandi locali docce per tenere tranquille le persone, al punto che sui muri c’ erano descrizioni multilingue per il recupero dei vestiti e degli effetti personali che ovviamente non sarebbe mai avvenuto.

I cadaveri dei prigionieri morti respirando il veleno nelle camere a gas di Auschwitz erano trasportati nei forni crematori e i loro oggetti personali e di valore, inclusi i denti d’ oro, erano raccolti e spediti alla sede del regime.

Il gruppo incaricato per svolgere questo ignobile compito si chiamava sonderkommandos ed era un’ unità speciali di ebrei istituito per collaborare con le SS in cambio di un trattamento di favore all’ interno del campo di Auschwitz.

Primo Levi definì queste persone con il termine di Corvi Neri del crematorio di Auschwitz e penso che non sarebbe possibile una definizione più adeguata.

I beni e gli effetti personali di valore dei deportati morti nelle docce del campo Auschwitz erano confiscati e smistati all’ interno di un magazzino chiamato Kanada (Canada) per poi essere spediti in Germania e utilizzati per finanziare le operazioni del regime.

Fu scelto questo nome per i magazzini perchè per i prigionieri nel campo di Auschwitz il Canada significava ricchezza.

Sorte diversa toccava invece ai deportati ad Auschwitz considerati in discreta salute e quindi abili al lavoro. Loro venivano fatti spogliare, rasati e rivestiti con la divisa ufficiale del campo di Auschwitz: una casacca, un paio di pantaloni e degli zoccoli.

Sul braccio sinistro dei prigionieri del campo di Auschwitz veniva tatuato un numero per identificarli e sulla casacca dovevano portare un contrassegno colorato che definiva la loro categoria di appartenenza.

A differenza di quanto comunemente si pensa Auschwitz non era un unico campo di concentramento ma un complesso costituito da 3 campi tutti situati nelle vicinanze della cittadina di Oświęcim, a circa 45 chilometri a ovest di Cracovia.

Nel loro complesso i 3 campi di Auschwitz costituivano il campo di concentramento nazista in assoluto più grande al mondo.

Le 3 strutture che formano il campo di Auschwitz

Il campo di Auschwitz I è stato aperto nel Maggio 1940 ed era affiancato dal campo di sterminio di Birkenau (Auschwitz II) aperto all’ inizio del 1942 e dal campo di lavoro di Monowitz (Auschwitz III), aperto nell’ Ottobre 1942.

A queste 3 strutture principali erano affiancate 45 sottosezioni del campo di Auschwitz nelle quali si trovavano i deportati che erano utilizzati per il lavoro forzato nelle industrie tedesche, Siemens e IgFabren in testa.

Pensa a questa situazione paradossale: la IgFabren era proprio l’ industria chimica che produceva lo Zyklon B, il gas usato nelle camere a gas di Auschwitz. Una crudeltà nella crudeltà…assolutamente impossibile da immaginare.

Ma i deportati ad Auschwitz lavoravano anche in aziende agricole, di estrazione o legate all’ industria bellica di proprietà del regime o private.

Queste aziende tedesche erano anche le principali finanziatrici dei campi di Auschwitz perchè in cambio potevano godere di un flusso incessante di manodopera gratuita.

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Oltre ad Auschwitz: la fabbrica di Schindler

Nella sua fabbrica di Cracovia l’ imprenditore Oskar Schindler fece l’ esatto opposto di quello che facevano le fabbriche tedesche: cercò infatti di impiegare quanti più ebrei possibile per strapparli al lavoro forzato nel campo di Auschwitz convincendo i tedeschi di averne bisogno per non interrompere la produzione bellica.

Dovette sceglierli attraverso la stesura delle famose Liste grazie alle quali riuscì a salvarne diverse migliaia dalla deportazione ad Auschwitz.

Da questa toccante storia il regista Stephen Spealberg ha tratto il celebre film Schindler’s List che ha compiuto 25 anni.

Visitare la fabbrica Schindler, oggi interessante percorso espositivo sulla Shoah a Cracovia, è un’ altra ottima opportunità per conoscere la vita degli ebrei nella città polacca durante l’ occupazione nazista, ecco perchè ti consiglio di non perdertela per nessun motivo.

Come funzionava il campo di Auschwitz

Nel campo di Auschwitz vicino a Cracovia il lavoro era estenuante. E se a questo si aggiunge che i prigionieri erano sottonutriti, sottoposti al freddo, alle malattie e alle continue violenze fisiche e psicologiche non è difficile immaginare perchè sopravvivevano in media solo 6 mesi.

Se decidi di visitare Auschwitz quello che più di tutto ti farà riflettere è la fredda, precisa e metodica organizzazione con la quale venivano strutturati e gestito il campo.

Ognuno dei campi di Auschwitz era diviso in aree di servizio: c’ era l’ospedale (anche se sembra ironico chiamarlo così), la cucina, l’ ufficio della Gestapo (la polizia militare tedesca), la prigione, la zona riservata agli esperimenti, le camere a gas e il reparto dei forni crematori.

Tutto funzionava alla perfezione ad Auschwitz perchè il sistema era pianificato e gestito come il perfetto ingranaggio di un orologio, in modo assolutamente cinico e chirurgico, con una malvagia lucidità che lascia davvero sgomenti.

Poi c’ erano le baracche dei deportati di Auschwitz che erano divisi tra uomini e donne. In ognuna erano presenti letti a castello a tre piani sui quali i prigionieri dormivano ammassati. E in ognuna c’ era il lavatoio e ovviamente le latrine.

Questo particolare ti fa capire chiaramente com’ erano le loro condizioni di sopravvivenza nel campo di Auschwitz, e si percepisce chiaramente ancora oggi.

Nell’ ospedale di Auschwitz I che era situato nel Blocco 10 i medici delle SS effettuarono esperimenti pseudo-scientifici sui neonati, sui gemelli e sui pazienti affetti di nanismo che in realtà non erano nient’ altro che delle vere e proprie torture.

Per non parlare di quello che nel campo di Auschwitz veniva fatto a molti adulti sottoposti a castrazione, sterilizzazione e a prove in condizione di ipotermia.

Tra i medici di Auschwitz quello tristemente più famoso è il Capitano delle SS Josef Mengele chiamato Angelo della Morte.

Quando il campo di Auschwitz fu liberato dall’ Armata Rossa fuggì in Brasile dove morì per morte naturale molti anni dopo, anche se per quello che aveva fatto avrebbe dovuto fare una fine molto diversa.

Lui come quasi tutti gli altri protagonisti delle atrocità perpetrate ad Auschwitz restarono totalmente impuniti e non fecero mai nemmeno un giorno di carcere.

Questa è senza dubbio un’ ulteriore atrocità alla quale sono stati sottoposti tutti i prigionieri del campo di Auschwitz.

Tra il crematorio di Auschwitz e l’ edificio destinato agli esperimenti si trovava il cosiddetto Muro Nero. Questo luogo è tristemente celebre tra i deportati nel campo di Auschwitz perchè era dove le guardie delle SS effettuarono le esecuzioni di migliaia di prigionieri.

Come ti puoi immaginare le esecuzioni ad Auschwitz erano tantissime e all’ ordine del giorno, un triste rituale al quale anche gli altri prigionieri si erano assuefatti.

Ovviamente nel campo di Auschwitz qualsiasi forma di disobbedienza, lamentela o tentativo di insurrezione veniva sedato con crudeltà dagli ufficiali. Ma nonostante questo ci furono dei movimenti organizzati tra gli prigionieri di Auschwitz per tentare di rovesciare il loro macabro destino.

Ad Auschwitz ci furono anche alcune forme molto velate di protesta che erano una sorta di prese in giro nei confronti del Regime.

Una su tutte fu quella del fabbro ebreo incaricato di posizionare la scritta Arbeit Macht Fre sul cancello di Auschwitz che volutamente collocò la lettera “B” della parola Arbeit rovesciata. Ma che nonostante l’ errore non fu mai raddrizzata.

Cosa farai quando sarai in Polonia?

Le mie sensazioni durante la visita ad Auschwitz

Passeggiando per i viali e per i diversi ambienti del campo di Auschwitz vicino a Cracovia ho avuto la netta percezione dell’ orrore, della sofferenza e della morte che mi è entrata dentro come se fosse qualcosa di tangibile, fisico e avvolgente. Come se in quel momento, tra i progionieri di Auschwitz ci fossi anch’ io.

La sensazione che ho avuto quando sono stato a visitare Auschwitz è stata quella di camminare nel mezzo delle umiliazioni, delle violenze e degli omicidi. E che queste non fossero cose del passato ma ancora presenti proprio in quei momenti.

La visita al campo di Auschwitz è stata per me un’esperienza dura, toccante ed emozionante per la quale sicuramente mi dovevo preparare meglio dal punto di vista psicologico e che mi ha lasciato un peso enorme nella mente e soprattutto nel cuore che in un certo senso continuo a percepire ancora oggi a distanza di mesi.

Ma la visita ad Auschwitz è stata allo stesso tempo un’ esperienza che sono contento di aver fatto e la considero il mio piccolo omaggio alla memoria che penso di aver reso alle persone che lì ha sofferto.

Al di là di questo è stato sicuramente uno spunto che mi sta facendo riflettere sulla malvagità della natura umana e sul senso della vita che ad Auschwitz valeva meno di un pezzo di pane raffermo.

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4 comments

    1. Ciao Giovanni, mi ha fatto molto piacere che ti siano piaciuti gli articoli. Effettivamente Cracovia è una città davvero stupenda, ricca di storia, di cultura, a allo stesso tempo l’ho percepita molto cosmopolita. Hai per caso visitato altri luoghi della Polonia? Mi piacerebbe conoscere il Paese dal punto di vista più naturale, fuori dai percorsi turistici tradizionali

      1. Sono molto interessanti i “luoghi” di Papa Giovanni Paolo II. Dalla cittadina in cui era nato al moderno Centro … che lo ricorda.

        1. Ciao Giovanni, infatti mi sono rammaricato di non essere potuto andare per mancanza di tempo. Comunque quello che mi è piaciuto di più di Cracovia è stato senza dubbio il quartiere ebraico e la Fabbrica-Museo di Schindler

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